Il 18 maggio 1995 usciva nelle sale “Braveheart – Cuore impavido”, il film diretto e interpretato da Mel Gibson che racconta la storia del patriota scozzese William Wallace. Nonostante le numerose inesattezze storiche, la pellicola ha ottenuto un grande successo, vincendo 5 premi Oscar e incassando oltre 210 milioni di dollari a fronte di un budget di 72 milioni.
Inesattezze storiche e scelte artistiche
Una delle critiche più frequenti riguarda l’uso del kilt da parte dei guerrieri scozzesi nel film. Questo indumento, infatti, fu introdotto in Scozia solo nel XVIII secolo, circa 500 anni dopo gli eventi narrati. Inoltre, la pittura blu sul volto di Wallace è un anacronismo: questa pratica era tipica dei Pitti durante l’occupazione romana, circa 800 anni prima del periodo rappresentato. Mel Gibson ha giustificato queste scelte affermando che erano necessarie per aumentare l’impatto visivo e drammatico del film.
Polemiche sul trattamento degli animali
Durante le riprese, alcune associazioni animaliste hanno espresso preoccupazione per il presunto maltrattamento dei cavalli utilizzati nelle scene di battaglia. In realtà, per garantire la sicurezza degli animali, furono impiegati cavalli meccanici del peso di circa 90 chili, dotati di motori interni che ne permettevano il movimento realistico. Nonostante ciò, le polemiche proseguirono finché non furono fornite prove video che dimostravano l’uso esclusivo di animali meccanici.
Scelte di casting e produzione
Inizialmente Mel Gibson non era intenzionato a interpretare il ruolo di William Wallace, ritenendosi troppo vecchio per la parte, e propose Jason Patric. Tuttavia, la Paramount accettò di finanziare il film solo a condizione che Gibson assumesse anche il ruolo da protagonista. Inoltre, Sean Connery rifiutò il ruolo di Re Edoardo I d’Inghilterra perché già impegnato con le riprese de “La giusta causa”; la parte fu quindi assegnata a Patrick McGoohan.