Margot Wölk è stata una delle assaggiatrici di Adolf Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua storia, rimasta nascosta per molti anni, è emersa solo negli ultimi tempi, rivelando i dettagli di un’esperienza drammatica e unica nel suo genere. Margot, insieme ad altre donne, aveva il compito di assaggiare il cibo destinato al Führer per verificare che non fosse avvelenato.
La vita di Margot Wölk
Margot Wölk nacque nel 1917 e visse a Berlino fino a quando, durante la guerra, fu costretta a trasferirsi in una località vicino al quartier generale di Hitler, la Tana del Lupo, in Polonia. Qui, insieme ad altre donne, fu obbligata a diventare un’assaggiatrice per il dittatore nazista. Margot raccontò che ogni pasto era un momento di terrore, poiché non sapeva se il cibo fosse avvelenato. “Dopo ogni pasto piangevo di sollievo”, ha dichiarato in un’intervista, ricordando la paura costante di morire.
Il ruolo di assaggiatrice
Il compito di Margot e delle altre assaggiatrici era di assaggiare ogni piatto destinato a Hitler. Questo avveniva tre volte al giorno, e le donne dovevano aspettare un’ora dopo ogni pasto per verificare che non ci fossero effetti avversi. Margot ha raccontato che il cibo era sempre vegetariano, poiché Hitler seguiva una dieta priva di carne. Nonostante la qualità dei piatti, il pensiero che potessero essere avvelenati rendeva ogni boccone un incubo. Le assaggiatrici vivevano in una costante tensione, consapevoli che la loro vita poteva finire da un momento all’altro.
La fine della guerra e il silenzio
Con la fine della guerra, Margot riuscì a tornare a Berlino, ma portò con sé il peso di quell’esperienza per molti anni. Solo in età avanzata decise di raccontare la sua storia, rompendo un silenzio durato decenni. La sua testimonianza ha contribuito a far luce su un aspetto poco conosciuto della vita quotidiana durante il regime nazista. Margot Wölk è morta nel 2014, ma il suo racconto continua a vivere attraverso libri e film che si ispirano alla sua vicenda, come “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino, che ha vinto il Premio Campiello nel 2018. La storia di Margot è un potente ricordo delle atrocità della guerra e del coraggio di chi ha vissuto quegli anni difficili.