Nella puntata di Stasera che serie Lucilla ha avuto ospite l’attore e regista Marco D’Amore, con il quale ha parlato del suo ultimo film Caracas, di cui è anche regista.
Questa mattina in Stasera che serie con me c’è Marco D’Amore. Ciao Marco!
Buongiorno!
Buongiorno a te, reduce dall’uscita in tutte le sale del tuo ultimo film Caracas. Io sono stata fortunatissima perché c’ero alla prima e quindi già l’ho guardato. Posso dire la mia? Io c’ho visto un’atmosfera onirica alla Lynch, un sonoro e una narrazione temporale alla Nolan e dalla storia ho percepito qualcosa di un film di Fincher che non ti dirò perché rischio di spoilerare qualcosa. Allora dimmi se ci ho preso con l’ispirazione o se è solo Marco D’Amore.
È impossibile che sia solo io perché sono abitato da tutti quelli che amo e guardo e tu hai citato tre registi che sono nella mia top 5 di sempre. Li amo tutti e tre per i linguaggi diversi che utilizzano. Se tu ci hai visto questo, posso solo esserne felice.
C’è una prima scena che è un po’ come l’incipit di un libro. È molto particolare perché è girata in aria. Non so come tu abbia fatto nella doppia veste di attore e regista. Quanto ci hai messo?
Ci abbiamo messo 2 giorni e lo devo soprattutto a questa incredibile squadra di free-fly che ha lavorato con me ed è stata davvero eccezionale. Loro sono campioni europei e tra poco disputeranno i mondiali con una squadra che appartiene all’esercito. Tra l’altro, uno di loro è stato anche l’operatore perché in Italia non ci sono operatori di volo. Quindi lui aveva una macchina da presa sul casco mentre scendeva a 250 km/h verso il suolo e intanto girava.
Se tu cerchi online le recensioni sulla città di Caracas, la prima cosa che trovi è “bella ma pericolosa”. È quello che abbinerei anche al tuo film per tutti i temi che tratti e per come scavi.
Bella questa definizione della città. Credo che sia giusta anche per il film. La prima scena che tu citi è una caduta a precipizio che ha in sé due sentimenti. Il primo sta nel pericolo e nella paura di schiantarsi, mentre il secondo sta in quell’adrenalina che senti quando rischi la vita per inseguire un’emozione che ti accende e ti fa esplodere. Questo pericolo sta in tutte le relazioni del film e nei suoi sentimenti.
A proposito del cast, secondo me ci sono 4 protagonisti principali che sono Giordano, Yasmina, Caracas e Napoli.
C’è Napoli in una veste desueta che ho definito la mia Gotham City. Una Napoli che suda, trasuda. Una Napoli affumicata perché la si osserva attraverso lo sguardo di un uomo che è nato in questa città ed è andato via per tanto tempo e quando torna non la riconosce più.
Sei riuscito a vederla da tutt’altra prospettiva che fino ad ora non era mai stata inquadrata.
Secondo me le visioni di Napoli che si moltiplicano sono tante. Passano attraverso gli sguardi, la voce, la scrittura, i racconti di tantissimi artisti che vengono da fuori e da qui portano fuori Napoli e ci si deve confrontare con quella roba lì per non essere ripetitivi. Lo studio è stato proprio quello, cioè offrire un punto di vista diverso, distante dalla città, per riscoprirne lati sconosciuti.
Dopo questa bella chiacchierata ti faccio il domandone che rivolgo a tutti i miei ospiti. Quali sono le tue tre serie must watch?
Io non posso, per trauma infantile e riconoscenza perpetua, non citare Twin Peaks. Poi per lo stupore di imbattermi in una scrittura così sorgiva ti dico I Soprano e poi ex-aequo The Wire e Breaking Bad.
Marco io ti ringrazio di essere stato con noi e ci vediamo al cinema!
Grazie a te! Vi aspetto!