Alessandro Barbero a teatro: “Attenzione alle derive fasciste”

Il noto storico Alessandro Barbero ha tenuto una lezione su pericoli e derive fasciste a teatro.

Alessandro Barbero ha recentemente tenuto una lezione molto seguita il teatro lirico Giorgio Gaber di Milano alla quale hanno partecipato circa 1.300 studenti. Al centro: l’avvento del fascismo, in occasione dell’uscita della serie tv Sky Original M – Il Figlio del Secolo” tratta dal libro di Antonio Scurati, con protagonista Luca Marinelli. Durante l’incontro, lo storico ha affrontato il tema dei pericoli legati alle derive fasciste, esprimendo opinioni su eventi storici e attuali dinamiche sociali.

Il pericolo del fascismo oggi

Durante la lezione, Barbero ha parlato della possibile minaccia rappresentata da idee e movimenti di stampo fascista che, secondo lui, possono riaffiorare in contesti di crisi e insicurezze sociali. Ha invitato i giovani a prestare attenzione e a riconoscere i segnali che potrebbero portare a tali pericoli. “Non bisogna mai sottovalutare il fascino che certe ideologie possono avere soprattutto in momenti di difficoltà”, ha detto.

Il “dissing” nell’epoca di D’Annunzio

Oltre a discutere del fascismo, Barbero ha colto l’occasione per fare un parallelismo con il “dissing”, un fenomeno contemporaneo, raccontando come Gabriele D’Annunzio fosse noto nel suo tempo per usare forti invettive come mezzo espressivo. “D’Annunzio era davvero tremendo con i suoi insulti”, ha spiegato, sottolineando come i mezzi di comunicazione di un’epoca siano sempre stati potenti strumenti di influenza e manipolazione.

Perchè nessuno fermò il fascismo?

Molti studenti chiedono perché nessuno fermò il fascismo. “Quella era un Italia in cui queste cose avevano un consenso. L’intero squadrismo è stata un’illegalità ininterrotta” e continuando, elenca le leggi e le norme fino al Regio decreto del 6 novembre 1926 “che dà disposizione al prefetto di sciogliere tutte le organizzazioni che facciano attività contraria al regime. Una serie di leggi che con un’apparenza di totale legalità istituzionale tolgono libertà e diritti. Oggi tutti quelli che si preoccupano di un possibile ritorno del fascismo non si preoccupano del fatto che ci mettano di nuovo in camicia nera, che ci obblighino a fare il saluto romano, che stiamo per dichiarare guerra all’Etiopia, o magari agli Stati Uniti. Nessuno ha paura di questo. Però quando senti parlare di leggi di maggioranza, di stabilità governativa, di decreti legge, usati anche quando non c’è urgenza, del fatto che bisogna rafforzare la posizione del capo del governo, allora ti dici non è che siamo lì… però”.

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