Martin Scorsese è stato pochi giorni fa a Torino per ritirare il Premio Stella della Mole presso il Museo del Cinema. Il regista italoamericano era già nel nostro Paese da tempo per girare a Taormina un documentario sui relitti romani e greci trovati sul fondo del mare in Sicilia.
A margine dell’evento Scorsese ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa dalle quali si apprende che ad 81 anni non intende abbandonare il suo lavoro: “Pensare di ritirarmi, proprio no, non intendo dire ‘arrivederci’ al cinema, devo fare ancora altri film, prego che Dio mi dia ancora la forza e anche i soldi per farli”. Oggi può vantare una carriera lunga e splendente, cominciata negli anni Sessanta e coronata anche con l’Oscar per The Departed nel 2007.
Progressivamente il regista ha saputo mescolare ed esplorare nuovi linguaggi narrativi, cosciente che la settima arte non è la stessa di un tempo, ma si è trasformata: “Il cinema si sta evolvendo, è ancora a livello d’infanzia, quello che abbiamo conosciuto cento anni fa è mutato completamente, può andare in qualsiasi direzione, ma non so in quale direzione stia andando, se su un tablet o in un chip nella realtà virtuale, dipende da quel che si vuole dire, dalla propria passione, da quanto si tiene a dire qualcosa”.
A proposito poi di come si senta ad affrontare temi legati alla religione e alla violenza nei suoi film Martin Scorsese ha affermato: “Buono o cattivo maestro? Non lo so. La violenza è parte di ciò che siamo, faceva parte della mia storia, del crescere in strada. C’è attrazione verso la violenza soprattutto da parte dei giovani. Non siamo violenti volontariamente,non si può esultare di fronte alla violenza, ma neppure negare che faccia parte del nostro essere, quando non si vuole guardare, anche questo è violenza”.