Per Achille Lauro è un momento artistico molto intenso. Infatti, il 28 giugno uscirà il nuovo brano Banda Kawasaki con Gemitaiz e Salmo e da qualche giorno è stata annunciata la sua partecipazione alla prossima edizione di X Factor in qualità di giudice.
L’artista romano si è quindi raccontato al quotidiano Repubblica, non solo dal punto di vista musicale, ma anche dal punto di vista personale.
Sulla sua infanzia dice: “Sono cresciuto in un ambiente in cui la cultura non è contemplata. Quando vivi nel trauma tendi a normalizzare tutto, ma poi sono diventato allergico a certi modi, mi sono sentito una nullità”.
Ha quindi aggiunto: “Ringrazio però di aver conosciuto quella faccia, a Roma c’è poesia ovunque, anche nella disillusione. È molto pasoliniana. Il fatto di aver messo insieme tanti generi e storie mi ha permesso di non avere ascoltatori casuali”.
A proposito invece della musica, da parte sua non c’è mai pentimento, anche su un pezzo come Mille, che oggi sembra lontanissimo dal suo percorso: “Non ero convinto. Quando ho sentito il ritornello cantato da Orietta Berti ho capito che era un’immersione negli Anni Sessanta. È stato un esperimento di intrattenimento, ha avuto un successo spaventoso”.
Achille Lauro ha avuto modo di viaggiare parecchio e sugli Stati Uniti afferma: “L’America mi ha aiutato a capire come sono diventato quello di oggi. Il fatto è che nessuno riesce a ingabbiarmi”.
E sulla nuova esperienza a X Factor ha detto che cercherà di portare i suoi valori nel programma e spera di ascoltare qualcosa che lo travolga. Come giudice non vuole mortificare nessuno e proverà a mettere tutti a proprio agio, anche sdrammatizzando.