Yurena: la storia senza filtri della regina del tamarismo

Un documentario su Netflix ripercorre l'ascesa e le sfide di Yurena, icona pop spagnola dei primi anni 2000.

Netflix ha recentemente rilasciato "Yurena: superstar per sempre", un documentario che offre uno sguardo approfondito sulla vita e la carriera di María del Mar Cuena Seisdedos, meglio conosciuta come Yurena. Il film, diretto da Marc Pujolar e prodotto da Javier Calvo e Javier Ambrossi, si propone di raccontare senza filtri l’ascesa e le sfide affrontate dalla cantante spagnola nei primi anni 2000.

Il fenomeno del tamarismo

All’inizio del nuovo millennio, Yurena, allora nota come Tamara, divenne il fulcro di un movimento culturale denominato "tamarismo". Questo fenomeno, caratterizzato da un mix di musica pop e apparizioni televisive eccentriche, coinvolse personaggi come Leonardo Dantés, Paco Porras, Tony Genil, Loly Álvarez e Arlequín. Nonostante le critiche dei media, il singolo "No cambié" di Yurena rimase in cima alle classifiche spagnole per nove settimane consecutive, superando artisti internazionali del calibro di Madonna e dei Backstreet Boys. Il suo album di debutto, "Superestar", evidenziò una profondità artistica spesso trascurata, con contributi di musicisti stimati come Carlos Berlanga e Nacho Canut.

Le sfide della fama

Il documentario non si limita a celebrare i successi di Yurena, ma esplora anche le difficoltà che ha affrontato a causa della sua improvvisa notorietà. La cantante ha subito un "linciaggio mediatico" prolungato, con episodi di aggressioni fisiche e verbali, tra cui lanci di uova nella sua città natale di Santurce e insulti pubblici da parte di altre celebrità. Questa pressione costante ha avuto un impatto significativo sulla sua salute mentale, portandola a tentare il suicidio in due occasioni. Yurena ha dichiarato di aver desiderato "solo riposare" dagli abusi incessanti.

Il ruolo di Margarita Seisdedos

Un elemento centrale nella vita di Yurena è stato il sostegno incondizionato di sua madre, Margarita Seisdedos. Dopo la scomparsa di Margarita nel 2019, il documentario la ritrae come una "madre coraggio" che ha lasciato tutto per trasferirsi a Madrid e difendere sua figlia contro le avversità. Margarita è diventata un’icona mediatica a pieno titolo, famosa per le sue apparizioni televisive combattive e la sua borsetta, che secondo la leggenda conteneva un mattone per proteggersi. Il film esplora come questa immagine pubblica, sebbene spesso derisa, fosse l’armatura esterna di un amore materno feroce.

le ultime news