Tiziano Ferro si racconta: “Due anni disastrosi, tra terapia di coppia e attacchi di panico. Non voglio più apparire al top, voglio essere vero”

Il cantautore racconta le difficoltà personali e professionali vissute negli ultimi due anni, tra separazione, cambiamenti lavorativi e problemi di salute mentale.

In un’intervista al Corriere della Sera, Tiziano Ferro racconta senza filtri i due anni più complessi della sua vita: la fine del matrimonio con Victor Allen, la rivoluzione nella carriera, la fragilità emotiva e il percorso verso una nuova forma di serenità. Alla vigilia dell’uscita del nuovo album Sono un grande (Sugar, 24 ottobre), il cantautore di Latina si apre come mai prima, tra introspezione e consapevolezza.

Una vita ribaltata

Dall’estate del 2023 a oggi, per Tiziano Ferro è cambiato tutto. “Un grande disastro, ma non solo”, dice. Dopo la separazione dal marito sposato nel 2019, ha deciso di restare negli Stati Uniti per non allontanare i due figli, di cui ha la custodia: “Potrei portarli via, ma non voglio. Vivo in un luogo alienante, senza punti di riferimento, ma è la scelta più giusta per loro”.

Accanto alle turbolenze personali, anche una svolta professionale: nuovo management (con Paola Zukar, già al fianco di Fabri Fibra, Marracash e Madame) e nuova etichetta discografica, Sugar. Scelte che segnano l’inizio di una fase inedita della sua carriera, culminata nel disco che uscirà il 24 ottobre e nel tour negli stadi in partenza da Lignano il 30 maggio 2026.

La ricostruzione attraverso la musica

“Sono un grande” è, nelle parole di Ferro, “un disco di insicurezze ma anche di nuove affermazioni di vita”. Il titolo, apparentemente vanitoso, in realtà è un mantra terapeutico. “Non è arroganza, ma un esercizio di autostima. La mia generazione tende a giustificare le proprie qualità. Io ho sempre pensato che la dignità passasse attraverso la sofferenza. Oggi voglio riconoscere anche il merito, non solo la fortuna.”

Tra i brani spiccano Quello che si voleva, che racconta la fine di un amore come la scena di un crimine, e 1-2-3, dove l’artista affronta i propri attacchi di panico. “Mi fa rabbia che oggi si parli di salute mentale solo perché è di tendenza. Mia nonna veniva sedata con l’En perché aveva opinioni. Io, invece, ho gli strumenti per capire dove sono e voglio condividere questo percorso.”

La famiglia, le origini, il perdono

C’è spazio anche per l’infanzia e i legami familiari. “Fino a otto anni ho dormito in camera con i miei genitori”, ricorda. La canzone Gioia è dedicata alla nipote, mentre Le piace è per la figlia Margherita. “Essere zio mi ha fatto tirare fuori il meglio, essere padre mi ha messo di fronte alle mie paure. Non mi sentivo all’altezza del titolo ‘papà’.”

In Ti sognai emerge invece il rapporto complesso con la madre: “Non è morta, ma si è interrotta una connessione. È la morte dei rapporti. Ho scritto una canzone dura ma piena di perdono”.

Un nuovo inizio

Dopo due anni di terapie, cambiamenti e scelte difficili, Tiziano Ferro si mostra vulnerabile ma rinato. “Mi piacerebbe avere già il finale felice, ma ho scelto la sincerità. Non voglio più apparire al top, voglio essere vero.”

E se il titolo del disco suona come un’affermazione, per lui è una conquista: “Non l’ho mai detto prima, ma oggi sì: sono un grande. Perché finalmente sto imparando a crederci”.

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