Tananai, pseudonimo di Alberto Cotta Ramusino, ha recentemente condiviso riflessioni profonde sul suo percorso artistico e personale. Dopo il successo ottenuto con brani come “Tango” e la partecipazione al Festival di Sanremo, l’artista ha sottolineato l’importanza di non adagiarsi sugli allori e di continuare a evolversi. L’occasione è l’intervista rilasciata a Il Messaggero in vista del suo tour estivo Calmocobra Live – Estate 2025, che prenderà il via il 19 giugno al Rock in Roma, all’Ippodromo delle Capannelle, e si concluderà a settembre inoltrato.
Dal club all’Ippodromo: la crescita di un cantautore
Alberto Cotta Ramusino, in arte Tananai, ha trent’anni e una carriera che sembra accelerare di anno in anno. Dopo il successo di Calmocobra, il disco uscito lo scorso ottobre, ha calcato i palasport italiani e recentemente è rientrato da un tour europeo nei club. Ogni fase sembra rappresentare un passo ulteriore verso una maggiore consapevolezza: “Quella in cui si realizza di avere delle responsabilità. Non voglio adagiarmi sugli allori”, afferma. Tananai vuole evolversi, alzare l’asticella, e non cedere alla tentazione della comodità. Una dichiarazione di intenti chiara per chi teme che il successo possa appiattire la vena creativa.
Da “Sesso occasionale” a “Alibi”: la metamorfosi musicale
Il percorso artistico di Tananai è segnato da una metamorfosi interessante. Se i suoi primi successi lo dipingevano come un cantautore irriverente e leggero – basti pensare a Sesso occasionale – oggi l’artista si muove su terreni più sofisticati e malinconici, come dimostrano Tango e Alibi. E quando gli viene chiesto se si sia un po’ imborghesito, lui risponde con un sorriso e una promessa: “Aspettate di ascoltare il singolo estivo”. Non sarà un duetto, questa volta. Dopo aver collaborato con artisti del calibro di Fedez, Mara Sattei e Annalisa, Tananai sceglie la solitudine creativa per esprimersi pienamente: “In questa canzone bastavo io”, spiega.
L’importanza della connessione con il pubblico
C’è un filo che lega la sua musica ai suoi concerti: l’emozione. Nei club europei ha ritrovato un contatto intimo con il pubblico, che è la sua “benzina”, come lui stesso ammette. Per l’estate promette un tour più ballabile, con un’energia che punta a far divertire, ma anche a far sentire il pubblico partecipe e coinvolto. Questa connessione sincera si riflette anche nel modo in cui parla delle sue collaborazioni. Particolarmente toccante è il ricordo di Piangere a 90, il brano scritto con Blanco: “È nata in una notte, quando in studio siamo rimasti solo io e lui. Le canzoni dovrebbero nascere sempre così, in maniera autentica, genuina”. Tananai rifiuta l’idea di scrivere musica a “otto, dieci, dodici mani”, oggi tanto in voga. Non per snobismo, ma per una questione di intimità e verità artistica: “Sono un introspettivo”, dichiara, e la sua musica ne è testimone.
Il tifo per l’Inter e la filosofia di squadra
Oltre alla musica, nell’intervista emerge anche il lato sportivo dell’artista. Grande tifoso dell’Inter, Tananai segue con entusiasmo le vicende della sua squadra del cuore, che si gioca lo scudetto e sogna la Champions League contro il PSG. La metafora calcistica diventa anche occasione per riflettere sul lavoro di squadra, un valore che riconosce tanto nel calcio quanto nella musica: «Il gruppo è rimasto sempre unito. Il segreto, per me, sta proprio lì”. Il suo giocatore preferito? Nicolò Barella, per la sua capacità di fare squadra.