Sinner si ritira, Alcaraz conquista il Masters 1000 di Cincinnati

Jannik Sinner costretto al ritiro nella finale di Cincinnati contro Carlos Alcaraz, che si aggiudica il titolo.

La finale attesissima tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz al Masters 1000 di Cincinnati dura appena venti minuti. L’azzurro, visibilmente provato da un malessere fisico generale, si arrende sullo 0-5 e lascia campo libero al rivale spagnolo, che conquista il titolo senza poter gioire davvero.

“Mi dispiace, non ce la faccio. Mi sento troppo male, non posso muovermi”, ha detto Sinner al fisioterapista prima di comunicare la sua decisione. Poi, rivolgendosi ad Alcaraz, ha aggiunto: “Sono sceso in campo solo per rispetto verso il pubblico, ma non ce la facevo”.

Il numero due del mondo non ha esultato, anzi ha mostrato tutta la sua solidarietà all’amico-rivale: “Questa non vale, mi dispiace”, le sue parole dopo l’abbraccio a rete.

Una finale amara

Il match era iniziato già in salita per Sinner: break immediato di Alcaraz, seguito da un secondo game in cui l’italiano, dopo un errore di rovescio, si era toccato il costato mostrando smorfie di dolore. Con il passare dei punti la sua condizione è apparsa sempre più precaria: gambe pesanti, servizio fragile, difficoltà a respirare. Sullo 0-5, dopo un rapido confronto con il medico, la resa inevitabile.

Per Alcaraz resta la soddisfazione di aver conquistato l’ottavo Masters 1000 in carriera, a 22 anni e tre mesi, ma il titolo ha un sapore diverso, arrivato senza la battaglia che tutti attendevano.

Ranking e scenari verso gli US Open

Il ritiro complica i piani di Sinner in ottica classifica. L’azzurro conserva per ora la leadership ATP, ma a New York sarà costretto a fare meglio dello spagnolo per non cedere il trono. Il margine infatti è sottile: a parità di percorso, Alcaraz tornerebbe numero 1.

La rivalità tra i due, che conta già 13 precedenti (8-5 per lo spagnolo), avrà dunque un nuovo capitolo agli US Open, dove entrambi cercheranno di voltare pagina dopo una finale che non ha avuto il finale sognato.

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