La partita tra Indipendiente e Universidad de Chile, valida per il ritorno degli ottavi di finale della Coppa Sudamericana, è stata sospesa a causa di gravi incidenti sugli spalti dello stadio di Avellaneda, nella provincia di Buenos Aires. L’incontro era fermo sull’1-1 quando la violenza tra le tifoserie ha costretto all’interruzione definitiva della gara. La Confederazione sudamericana del calcio (Conmebol) ha poi deciso di annullare la partita.
Scontri e intervento delle forze dell’ordine
La serata è stata segnata da scontri prolungati tra ultras delle due squadre. Le forze dell’ordine sono dovute intervenire per sedare le violenze, che hanno portato a un bilancio di dieci feriti e 90 arresti. Gli incidenti hanno coinvolto 650 agenti di polizia e oltre 150 agenti di sicurezza privata, ma nonostante il massiccio dispiegamento, i tafferugli non sono stati contenuti. Le autorità hanno quindi ordinato l’evacuazione degli spalti occupati dai tifosi ospiti dopo diversi avvertimenti tramite altoparlanti.
Dinamica degli incidenti e sospensione della gara
Tutto sarebbe iniziato con i tifosi ospiti che hanno lanciato oggetti dalla tribuna superiore verso il settore popolare inferiore, dove si trovavano i tifosi di casa. Sono state lanciate anche bombe stordenti e sono stati causati danni a varie aree dello stadio. La situazione è degenerata ulteriormente quando alcuni tifosi dell’Independiente sono entrati nell’area riservata ai sostenitori dell’Universidad de Chile. Al 4′ del secondo tempo, l’arbitro Gustavo Tejera ha interrotto la partita mentre sugli spalti si registravano fughe, aggressioni, distruzioni e la caduta di un tifoso da un’altezza considerevole.
Reazioni ufficiali e decisione della Conmebol
Il presidente cileno Gabriel Boric ha condannato gli eventi e ha attivato le rappresentanze diplomatiche per prestare soccorso ai connazionali coinvolti. Nel frattempo, la Conmebol ha optato per l’annullamento definitivo della partita, una decisione definita insolita dalle fonti.