Il regista Steven Soderbergh torna sul grande schermo con ‘Presence’, un film horror che esplora le complessità delle dinamiche familiari attraverso una narrazione innovativa. Girato interamente in soggettiva, il film mette lo spettatore nei panni di una presenza invisibile che osserva una famiglia americana alle prese con le proprie tensioni interne.
Una prospettiva inedita sull’horror
‘Presence’ si distingue per la sua scelta stilistica: l’intera pellicola è girata dal punto di vista di un’entità invisibile che si aggira per la casa, osservando senza poter intervenire. Questa tecnica immersiva costringe lo spettatore a condividere l’impotenza della presenza, amplificando il senso di inquietudine. La macchina da presa diventa così lo sguardo del fantasma, trasformando ogni scena in un’esperienza voyeuristica che esplora temi come la memoria, l’assenza e la paura di scomparire senza lasciare traccia.
Una famiglia alle prese con i propri demoni
La trama segue la famiglia Payne: la madre Rebekah (Lucy Liu), il padre Chris (Chris Sullivan) e i figli adolescenti Chloe (Callina Liang) e Tyler (Eddy Maday). Dopo un grave trauma subito da Chloe, la famiglia si trasferisce in una nuova casa nella speranza di un nuovo inizio. Tuttavia, la casa sembra essere abitata da una presenza inquietante che interagisce principalmente con Chloe, spostando oggetti e manifestandosi in modi sottili ma disturbanti. Inizialmente scettici, i genitori e il fratello di Chloe si rendono presto conto che qualcosa di inspiegabile sta accadendo.
Un’esperienza cinematografica perturbante e poetica
Soderbergh utilizza un obiettivo da 14 mm per creare un effetto visivo distorto, immergendo gli spettatori in una realtà onirica e disorientante. Grandangoli estremi e inquadrature destabilizzanti amplificano il senso di alienazione, rendendo ‘Presence’ un’esperienza cinematografica tanto coinvolgente quanto perturbante. Durante la proiezione al Sundance Film Festival, alcune persone hanno abbandonato la sala, sopraffatte dalla tensione opprimente e dalla natura viscerale del film.