Mara Cagol: il volto femminile delle Brigate Rosse e l’assalto al carcere

Un viaggio nella storia di Mara Cagol, figura centrale delle Brigate Rosse, e il suo ruolo nell'assalto al carcere di Casale Monferrato.

Mara Cagol: la figura centrale delle Brigate Rosse

Mara Cagol è stata una delle figure più influenti e carismatiche delle Brigate Rosse. Nata a Trento nel 1945, Cagol si è laureata in sociologia e ha incontrato Renato Curcio, con il quale ha condiviso non solo la vita privata ma anche l’impegno politico. Insieme, hanno fondato le Brigate Rosse nel 1970, un gruppo che mirava a destabilizzare lo Stato italiano attraverso azioni violente. Cagol era conosciuta per la sua determinazione e il suo carisma, che le hanno permesso di guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione degli altri membri del gruppo. Era considerata la “vera capa” delle Brigate Rosse, una figura amata e rispettata da tutti i brigatisti. Il suo ruolo all’interno dell’organizzazione era centrale, non solo per le sue capacità organizzative ma anche per la sua visione ideologica.

L’assalto al carcere di Casale Monferrato

Uno degli episodi più noti che ha visto protagonista Mara Cagol è l’assalto al carcere di Casale Monferrato nel 1974. L’operazione, pianificata nei minimi dettagli, aveva l’obiettivo di liberare Renato Curcio, arrestato pochi mesi prima. Cagol ha guidato l’azione con determinazione, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di leader all’interno delle Brigate Rosse. Durante l’assalto, i brigatisti hanno utilizzato armi da fuoco e hanno affrontato le forze dell’ordine in uno scontro che ha messo in luce la loro preparazione militare. L’azione si è conclusa con la liberazione di Curcio, un successo che ha rafforzato ulteriormente la posizione di Cagol all’interno dell’organizzazione. Questo episodio è stato uno dei momenti più significativi nella storia delle Brigate Rosse, simbolo della loro capacità di sfidare apertamente lo Stato.

La fine di Mara Cagol

La vita di Mara Cagol si è conclusa tragicamente nel 1975, durante un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine alla cascina Spiotta, vicino ad Alessandria. Cagol era coinvolta in un’operazione per liberare un altro membro delle Brigate Rosse, ma l’azione si è trasformata in un violento scontro armato. Durante l’operazione, Cagol è stata colpita mortalmente, segnando la fine di una delle figure più emblematiche del terrorismo italiano degli anni ’70. La sua morte ha avuto un impatto significativo sulle Brigate Rosse, privandole di una delle loro leader più carismatiche e determinanti. Nonostante la sua scomparsa, il suo nome continua a essere ricordato come simbolo di un’epoca di violenza e ideologia estrema in Italia.

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