Il football americano piange uno dei suoi volti più iconici. Nick Mangold, storico centro dei New York Jets e simbolo di una generazione in maglia verde e bianca, è scomparso nella notte di sabato a soli 41 anni per complicazioni legate a una malattia renale cronica.
Mangold, che per oltre un decennio ha rappresentato il cuore e la voce della linea offensiva dei Jets, aveva condiviso pubblicamente negli ultimi mesi la sua battaglia contro la malattia. In una lettera indirizzata alla comunità dei tifosi, aveva rivelato di essere in dialisi e in attesa di un trapianto di rene:
“Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma pensavo di avere più tempo,” aveva scritto, ringraziando la famiglia e i tifosi per il sostegno costante.
Il ricordo dei Jets: “Nick era il cuore pulsante della nostra squadra”
Il presidente dei Jets, Woody Johnson, ha voluto ricordare Mangold con parole cariche di affetto e ammirazione:
“Nick non era solo un centro leggendario. Era il cuore della nostra linea offensiva per dieci anni, un leader instancabile e un compagno amato. La sua lealtà e il suo calore umano lo hanno reso parte integrante della famiglia Jets. Nick Mangold sarà per sempre un Jet.”
Anche Christopher Johnson, vicepresidente della franchigia, ha sottolineato la grandezza del giocatore e dell’uomo:
“È stato l’emblema della forza e della leadership. In campo ha guadagnato il rispetto di tutti, ma sono stati il suo carattere e la sua umanità a renderlo davvero indimenticabile.”
Un’eredità che non svanirà
Originario di Centerville, Ohio, Nick Mangold lascia la moglie Jenny e i quattro figli — Matthew, Eloise, Thomas e Charlotte — oltre a un’intera comunità sportiva che oggi ne piange la scomparsa.
“A nome della famiglia Johnson e di tutta l’organizzazione dei New York Jets,” ha concluso Woody Johnson, “porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia Mangold e a tutti coloro che lo hanno amato.
Nick Mangold sarà per sempre un Jet.”
