Lucio Corsi torna sulla scena musicale con il suo nuovo album “Volevo essere un duro”, un lavoro che mescola sonorità nostalgiche e temi personali. L’album è stato accolto positivamente dalla critica, che lo considera una conferma del talento del cantautore. Con Volevo essere un duro, il cantautore toscano aggiunge un altro tassello alla sua carriera, portando avanti la sua visione musicale tra suggestioni folk, sonorità vintage e testi evocativi. Tra le tracce, tre canzoni si distinguono per la loro profondità e originalità.
Tu sei il mattino
Il testo di Tu sei il mattino intreccia frammenti di vita reale e immagini poetiche, evocando l’infanzia, le prime esperienze e il fluire inarrestabile del tempo. Tra i passaggi più evocativi, spiccano le strade coperte di foglie rosse e le prime luci natalizie che si accendono, chiaro rimando all’autunno, stagione in cui il cantautore è nato. Con delicatezza, Corsi rievoca anche la figura del nonno, da cui ha ereditato il nome, come un filo sottile che unisce passato e presente. Un elemento centrale è la natura, con immagini potenti come gli ulivi che si piegano sotto il peso della neve, metafora della resistenza e della capacità di adattarsi ai cambiamenti della vita. Questo universo simbolico, tipico del suo stile, trasforma il brano in un’esperienza emotiva intensa, più che in una semplice canzone.
Volevo essere un duro: il manifesto dell’album
Il pezzo che dà il titolo al disco è senza dubbio uno dei più rappresentativi. Volevo essere un duro è una sorta di dichiarazione d’intenti, in cui Corsi racconta la lotta tra l’apparire e l’essere, tra il desiderio di sembrare forte e la consapevolezza della propria sensibilità. La canzone ha un sound ispirato al rock d’autore italiano, con una struttura musicale che richiama le ballate di Edoardo Bennato e le sperimentazioni di Battiato. Il testo, ricco di immagini evocative, parla di un ragazzo che vuole dimostrare di essere forte agli occhi del mondo, ma che alla fine si rende conto che la vera forza sta nel rimanere fedeli a sé stessi. Con un ritornello incisivo e un crescendo strumentale che porta alla catarsi finale, il brano si impone come uno dei più potenti dell’album.
Sigarette
Se Tu sei il mattino rappresenta il risveglio, Sigarette è la notte, il momento della riflessione e della solitudine. Questo brano, tra i più intensi del disco, si sviluppa su un arrangiamento minimale in cui la voce di Corsi è protagonista assoluta. Il testo parla di abitudini, di dipendenze emotive e di quei pensieri che tornano sempre nelle ore più silenziose. L’immagine delle sigarette diventa metafora di attese e momenti sospesi, di amori mai del tutto chiusi e di desideri che bruciano veloci. La canzone ha un’atmosfera cinematografica, quasi come se fosse il sottofondo di una scena girata in bianco e nero, tra lampioni accesi e pioggia sottile. Un pezzo che colpisce per la sua capacità di trasmettere emozioni autentiche con pochissime parole.
Un album che conferma il talento di Lucio Corsi
Con Volevo essere un duro, Lucio Corsi si conferma uno degli artisti più interessanti del panorama musicale italiano. Le tre canzoni analizzate rappresentano solo una parte della ricchezza di questo album, che merita di essere ascoltato nella sua interezza per coglierne tutte le sfumature. L’abilità di Corsi nel mescolare riferimenti culturali diversi, il suo stile inconfondibile e la capacità di raccontare storie con leggerezza e profondità allo stesso tempo lo rendono una delle voci più originali della musica italiana contemporanea.