Haiti torna al Mondiale dopo 50 anni: la festa di una nazione

Haiti si qualifica per la seconda volta nella sua storia al Mondiale di calcio, a distanza di mezzo secolo dalla prima partecipazione. Un risultato che accende l'entusiasmo in un Paese segnato da gravi difficoltà interne.

Haiti si qualifica per la seconda volta nella sua storia al Mondiale di calcio, a distanza di cinquant’anni dalla prima partecipazione nel 1974. Allora, la squadra caraibica si era guadagnata un posto in Germania Ovest, sorprendendo tutti sotto la guida dell’allenatore Ettore Trevisan, poi esonerato prima dell’inizio del torneo. In panchina, nella partita d’esordio contro l’Italia, sedeva l’haitiano Antoine Tassy. Quella partita è rimasta nella memoria di molti: il primo tempo si concluse 0-0 e, a inizio ripresa, Emmanuel Sanon portò in vantaggio Haiti. L’Italia di Valcareggi, dopo un momento di tensione con Chinaglia al momento della sostituzione, vinse poi 3-1. Nonostante l’eliminazione a zero punti, Sanon riuscì a interrompere l’imbattibilità di Dino Zoff, che durava da 1143 minuti. L’Italia fu eliminata dopo il pareggio con l’Argentina e la sconfitta con la Polonia.

La qualificazione di Haiti: risultati e protagonisti 

Haiti ha conquistato il pass per il Mondiale grazie allo 0-0 tra Costa Rica e Honduras e al successo per 2-0 sul Nicaragua, che le ha permesso di chiudere al primo posto nel gruppo C della Concacaf. Louicius Don Deedson, attaccante del Dallas, ha segnato l’1-0 all’11’. Ruben Providence, dell’Almere City, ha chiuso la partita nel recupero, firmando la qualificazione. La festa è esplosa nei bar della capitale Port-Au-Prince, con la popolazione che ha accolto con entusiasmo il risultato. Haiti ha disputato le partite casalinghe a Curaçao, a 800 chilometri di distanza, a causa della situazione interna del Paese.

Il contesto difficile e la guida di Migné

Il Paese caraibico vive una situazione molto complicata, aggravata dal terremoto del 2010 e dalla presenza di bande armate. Oltre il 60% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la crisi umanitaria colpisce in particolare i bambini. L’allenatore della nazionale, il francese Sebastien Migné, ha dichiarato: “E’ impossibile, troppo pericoloso. Di solito vivo nei paesi in cui lavoro, ma qui non posso. Non ci sono più voli internazionali che arrivano lì”. Migné non è mai stato ad Haiti da quando ha assunto l’incarico 18 mesi fa e ha gestito la squadra da remoto, affidandosi a telefonate e ai rapporti dei dirigenti della federazione per tutte le decisioni, dalle convocazioni agli allenamenti. Tutti i giocatori della nazionale risiedono all’estero, compreso Jean-Ricner Bellegarde del Wolverhampton.

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