Donatella Rettore, famosa per la sua personalità anticonformista e per aver infranto numerosi tabù, si avvicina al traguardo dei settant’anni, che festeggerà l’8 luglio. Cantante ribelle, artista fuori dagli schemi, voce iconica di una generazione che non ha mai amato le etichette, Rettore si racconta in un’intervista intima e senza freni a il Giornale, toccando con lucidità e ironia tutti i passaggi cruciali della sua esistenza.
“Io, mai provocatoria”
Contrariamente all’immagine spesso attribuitale, Rettore non si considera una provocatrice. «Io sono una che ha mandato giù tanti rospi», dice, raccontando anche delle recenti tensioni con Rita Pavone in un programma TV: “Dice che accelero. No, è lei che rallenta”.
La vita, l’età e i rovesci del destino
Per lei l’età è «una rogna», ma non un limite: “Se sono viva, voglio esserlo al cento per cento”. La fragilità fisica, segnata dalla talassemia, le è stata diagnosticata proprio all’apice della carriera: “Mi dissero che non potevo fare la cantante. E io sono andata a Sanremo”. Era il 1986. Sul palco, malata, mentre fuori dalle quinte arrivavano le telefonate del padre che la implorava di tornare a casa per la madre, colpita da una trombosi. “Dopo il Festival, sono corsa a Treviso. Poi ho chiuso con la Ricordi”.
Il dolore, la malattia, la rinascita
Le cicatrici più profonde non sono solo fisiche. Il lungo calvario della madre, rimasta paralizzata, e la morte improvvisa del padre, l’hanno segnata nel profondo. Poi, anni dopo, l’altro colpo: il tumore al seno. Operata nel marzo 2020, proprio alla vigilia del lockdown: “Mi portarono via mezzo seno. Ho pensato: meglio morire che affrontare tutto questo”. Un dolore che ha accettato senza mai perdere la sua lucidità, e che le ha fatto dire: “Ho più paura della malattia che della morte. Io sono per l’eutanasia, ma in questo Paese non è permessa”.
Amore, sesso e ribellione
A 70 anni, la Rettore non rinuncia alla sensualità e non ha remore a dire che per lei il sesso “vale il 99%”. Non ha avuto figli, non per scelta, ma per destino: “Io e Claudio ci abbiamo provato, ma non sono arrivati. Lo amo ancora”. Claudio Rego, il marito, è molto più di un compagno: “È mio amante, mio fratello, mio figlio, il mio musicista”. Il loro amore è forte, ma burrascoso: “Ci tiriamo i piatti. Siamo due tigri”.
Una donna libera, oltre ogni stereotipo
Non ha mai subito ricatti sessuali: “Ho sempre messo paura agli uomini”. Non ha mai chinato la testa al patriarcato: “Io sto con un uomo più femminista di me”. E confessa che, per lei, la musica e il sesso sono le due forze vitali della vita. “Se il sesso è unione, allora è tutto”.
Conclusione
Donatella Rettore resta un’anomalia meravigliosa nel panorama musicale italiano: fragile ma indomita, colta ma istintiva, passionale e lucida. La sua voce, il suo stile, la sua personalità non si piegano al tempo. A 70 anni, continua a essere l’artista libera che è sempre stata. E se, come dice, ogni sera cena con un bicchiere di Amarone, c’è da crederle: l’ebbrezza della vita non l’ha mai abbandonata.