Si è appena conclusa l’esibizione di Brunori Sas durante la prima serata del Festival di Sanremo 2025. L’artista calabrese, alla prima presenza sul palco dell’Ariston, ha cantato “L’albero delle noci”, offrendo un’esibizione intensa e coinvolgente, caratterizzata dalla sua inconfondibile voce e da un’interpretazione sentita. L’accompagnamento musicale, essenziale ma efficace, ha sottolineato la profondità del testo, creando un’atmosfera intima e riflessiva e al termine dell’esibizione, il pubblico ha tributato un lungo applauso, riconoscendo la qualità artistica della performance.
Nel testo, l’artista riflette sul passare del tempo e sull’evoluzione personale derivante dall’essere genitore. Descrive come la nascita di un figlio possa rivoluzionare la percezione della vita, portando sia gioie immense che nuove responsabilità. La canzone affronta temi come la memoria, il legame tra passato e futuro e l’importanza delle radici familiari. Attraverso una narrazione intima e poetica, Brunori Sas condivide le sue emozioni e le sfide dell’essere padre, offrendo una riflessione universale sulla condizione umana e sull’amore familiare.
Il significato di “L’albero delle noci”
“Un brano che mi fa il cuore dolce” ha raccontato il cantautore, “e in cui ho cercato con coraggio di cantare la gioia, ma anche l’inquietudine che una nuova nascita porta con sé: l’amore che non chiede niente in cambio, la felicità assurda e a tratti incontenibile, ma anche la paura di poterla perdere ‘sta felicità, il rimpianto per la vita di prima, il tempo che non torna. E poi la terra, le radici, le stagioni, le foglie che vanno e quelle che vengono. E forse su tutto l’altalena perenne fra il bimbo che vorrebbe eternamente raccontare favole e l’adulto che sa quanto importante sia ciò che risiede nell’ombra. La linea sottile che passa fra essere genitori e sentirsi ancora figli”. Questo albero diventa simbolo di radici e legami familiari, un punto di riferimento che resiste al passare del tempo. La scelta dell’albero di noci non è casuale: rappresenta la solidità e la resistenza, ma anche la complessità delle relazioni umane, con i suoi rami intricati e le sue radici profonde.
Il testo
Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci
E nei tuoi occhi di mamma adesso splende una piccola fiamma
Io come sempre canguro fra il passato e il futuro
Scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro
E come un ragioniere in bilico fra il dare e l’avere
Faccio partite doppie persino col mio cuore
Come si può cadere in basso
Da una distanza siderale
Sono passati veloci questi anni feroci
E nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave e tu sei stata bravissima all’esame di maturità
Ad unire i puntini fra la mia bocca e la verità
Che tutto questo amore io non lo posso sostenere
Perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore
E posso navigare anche in assenza di stella polare
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
Il buio che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male
Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele
E le persone buone portano in testa corone di spine
Ed ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino
E che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane
E a tutta questa felicità io non mi posso abituare
Perché conosco il sogno del faraone
Le vacche grasse e le vacche magre E che si può cadere da una distanza siderale
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
La notte che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male
Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare sotto una nuova stella polare