Bring Her Back: l’elaborazione del lutto nel nuovo horror dei fratelli Philippou

Una recensione del film 'Bring Her Back' dei fratelli Philippou, che esplora il tema del lutto attraverso una narrazione horror intensa e visivamente potente.

Dopo il successo di “Talk to Me”, i fratelli Danny e Michael Philippou tornano con “Bring Her Back”, un horror che affronta il tema del lutto attraverso una narrazione intensa e visivamente potente. Il film segue la storia di Andy e Piper, due fratelli che, dopo la morte del padre, vengono affidati a Laura, una donna che ha perso la figlia e nasconde oscuri segreti.

Una trama di dolore e mistero

Andy, 17 anni, e sua sorella minore Piper, ipovedente, si trovano improvvisamente orfani dopo la misteriosa morte del padre. Affidati a Laura, una ex assistente sociale che ha perso la figlia Cathy in un annegamento, i due fratelli cercano di adattarsi alla nuova realtà. In casa con loro c’è anche Oliver, un altro ragazzo affidato, muto selettivo. Ben presto, emergono comportamenti inquietanti da parte di Laura, che sembra seguire un piano oscuro e tenebroso.

Un horror che esplora il dolore

I Philippou utilizzano il genere horror per affrontare temi profondi come il lutto e la perdita. Il film si apre con un prologo in stile torture porn, per poi concentrarsi sulla psicologia dei personaggi e sulle dinamiche familiari. La narrazione accumula tensione e inquietudine, culminando in una seconda metà caratterizzata da violenza e gore, dove il piano di Laura deflagra in pieno.

Una regia visivamente potente

I fratelli Philippou dimostrano una regia rigorosa e dinamica, capace di sconvolgere corpi, volti ed emotività. Il film è una danza macabra che affonda i denti nella carne viva del racconto, sospeso tra dramma e horror. Non è un film per tutti: lo sguardo e lo stomaco richiesti non appartengono a un pubblico generalista. 

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