Alessandro Gassmann ha festeggiato il suo sessantesimo compleanno. Figlio del celebre Vittorio Gassman, Alessandro ha intrapreso una carriera di successo nel mondo del cinema e del teatro, ma la sua vita è stata segnata anche da sfide personali e familiari.
Il cambio di cognome e la carriera
Il cognome originale aveva due “n”, ma nel tempo molti film e locandine ne hanno persa una. È stato Alessandro a raccontare la storia di questa lettera scomparsa e poi recuperata. “Mi sono aggiunto una ‘n’ alla fine: ora sul passaporto sono Alessandro Gassmann. Non l’ho fatto per prendere le distanze da mio padre, con cui ho sempre avuto un legame fortissimo, ma per recuperare la nostra storia familiare. Noi siamo ebrei: io per metà, mio padre per intero.” Così ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, aggiungendo che nel 1934 sua nonna, rimasta vedova con due figli, intuì il pericolo imminente a causa delle loro origini ebraiche. Per proteggere la famiglia, decise di eliminare una “n” dal cognome dei figli e cambiò il proprio da Ambroon a Ambrosi.
La famiglia e il rapporto con i genitori
Il rapporto di Alessandro con i genitori è stato complesso. In particolare, ha rivelato che con sua madre non ha mai avuto un rapporto tipico madre-figlio, mentre il padre Vittorio gli ha impartito un’educazione rigida e disciplinata. Nonostante queste difficoltà, Alessandro ha sempre cercato di mantenere un equilibrio nella sua vita familiare. È sposato con Sabrina Knaflitz, con la quale ha un figlio, Leo, che segue le orme del padre nel mondo dello spettacolo.
La carriera
La sua carriera artistica è caratterizzata da una vasta gamma di interpretazioni sia nel cinema che nel teatro, oltre a un impegno crescente nella regia. Il debutto cinematografico di Gassmann avviene nel 1982 con “Di padre in figlio”, un progetto autobiografico realizzato insieme al padre Vittorio. Questo film segna l’inizio di una carriera ricca di successi. Nel 1997, la sua interpretazione nel film “Il bagno turco” di Ferzan Özpetek gli conferisce notorietà internazionale, consolidando la sua reputazione come attore versatile e intenso. Parallelamente al cinema, Gassmann ha coltivato una profonda passione per il teatro. Nel 2008, ha adattato e diretto la versione teatrale de “La parola ai giurati”, ricevendo ampi consensi dalla critica. La sua dedizione al palcoscenico è ulteriormente dimostrata dalla direzione del Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” dal 2010 al 2014. Nel 2013, Gassmann ha esordito come regista cinematografico con “Razzabastarda”, un film che gli è valso il premio Francesco Laudadio per la miglior opera prima e seconda al Bif&st di Bari. Successivamente, ha diretto “Il premio” nel 2017 e “Il silenzio grande” nel 2021, quest’ultimo presentato al Festival del Cinema di Venezia. Questi lavori evidenziano la sua capacità di raccontare storie profonde e coinvolgenti sia davanti che dietro la macchina da presa. Oltre alla carriera artistica, Gassmann è noto per il suo impegno civico e ambientale. Nel 2022, ha pubblicato “Io e i #GreenHeroes”, un diario scritto con Roberto Bragalone, i cui proventi sono destinati alla piantumazione di alberi, dimostrando una concreta attenzione alle tematiche ecologiche.
Le sfide personali: attacchi di panico e momenti difficili
Alessandro Gassmann ha affrontato anche sfide personali significative, tra cui gli attacchi di panico. Questi momenti difficili hanno rappresentato una prova impegnativa, ma l’attore è riuscito a superarli grazie alla determinazione e al supporto della sua famiglia. In passato, ha condiviso una foto nudo insieme al figlio Leo, un gesto che ha suscitato curiosità e commenti, ma che per lui rappresenta un simbolo di libertà e accettazione di sé.