Dopo anni di silenzio dietro la macchina da presa, Kathryn Bigelow torna al cinema con A House of Dynamite, un thriller politico di respiro apocalittico che ha già conquistato pubblico e critica. Presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia e distribuito da Netflix, il film conferma la regista come una delle voci più lucide e potenti del cinema contemporaneo.
Una trama tesa tra Casa Bianca e fine del mondo
Ambientato tra la Situation Room della Casa Bianca e il Comando Strategico americano, A House of Dynamite racconta le ore drammatiche successive al lancio di un missile nucleare non identificato diretto verso gli Stati Uniti. Il Presidente, interpretato da Idris Elba, deve decidere in pochi minuti come reagire, mentre l’ufficiale del Consiglio di Sicurezza – una straordinaria Rebecca Ferguson – tenta di mantenere la calma in un contesto che precipita verso la catastrofe.
Il ritorno al realismo di Bigelow
Con la consueta tensione visiva e psicologica, Bigelow costruisce un racconto serrato, claustrofobico, dove l’azione è mentale prima che fisica. Il titolo, A House of Dynamite, diventa metafora di un mondo pronto a esplodere, di una civiltà fragile che vive sull’orlo dell’autodistruzione. Come in The Hurt Locker e Zero Dark Thirty, la regista indaga la paura, il potere e la responsabilità morale dei leader di fronte al disastro.
Uno stile essenziale e potente
La sceneggiatura di Noah Oppenheim alterna dialoghi rapidi a silenzi carichi di tensione. La fotografia di Barry Ackroyd, dominata da toni freddi e spazi chiusi, amplifica il senso di claustrofobia. La colonna sonora minimalista di Volker Bertelmann accompagna l’azione con discrezione, lasciando che siano i respiri, i tasti premuti e i rumori elettronici a scandire il ritmo del film.
Accoglienza e significato
A House of Dynamite ha ricevuto una standing ovation a Venezia e, dopo l’uscita su Netflix il 24 ottobre 2025, è rapidamente diventato uno dei titoli più visti sulla piattaforma. Critici e spettatori hanno lodato la capacità del film di fondere tensione e riflessione politica, senza scadere nella retorica.
Un grido sul nostro tempo
Kathryn Bigelow firma così un’opera che va oltre il genere: A House of Dynamite non parla solo di una crisi nucleare, ma del presente, dell’ansia globale e dell’illusione di controllo. È un film che esplora le fragilità del potere e la responsabilità di chi decide, ricordando che – in fondo – viviamo tutti dentro una casa piena di dinamite.
