Nella nuova puntata di Stasera… che serie! la nostra Lucilla ha scambiato due chiacchiere con il regista Gabriele Mainetti sul suo nuovo film “La città proibita”, uscito nei cinema lo scorso 13 marzo.
Ve lo avevo promesso. Anche oggi in Stasera che serie su Radio Kiss Kiss c’è un superospite. Diamo il buongiorno a Gabriele Mainetti!
Buongiorno a tutti!
Ti sento tutto bello pimpante. Consideriamo che il 13 marzo è uscito il tuo ultimo film “La città proibita”. Dopo “Lo chiamavano Jeeg Robot” e “Freaks Out” qui porti il pubblico in un nuovo mondo. Quali sono per te le parole chiave di questo film?
Kung-fu, vendetta e soprattutto tanto amore.
Tanto amore? Ci vuoi spoilerare qualcosa per coloro che non sono ancora andati al cinema a vederlo?
Chi mi conosce sa che ho cercato di declinare il genere supereroistico in una Roma di periferia. Questo è l’incontro tra una tragicommedia ambientata all’Esquilino e un kung-fu movie cinese di Bruce Lee. Detta così sembra una cretinata però questo mix di generi è di per sé una storia d’amore e tutto è possibile grazie ad una ragazza cinese che arriva dal proprio Paese in cerca della sorella scomparsa. Poi incontra questo ragazzo che è un cuoco della trattoria di famiglia. Il padre del ragazzo è scomparso con la sorella della protagonista e loro nella ricerca condividono quello che forse hanno condiviso anche il padre e la sorella.
I tuoi film li amo perché portano una firma creativa molto autentica e quando li guardo ho sempre la sensazione che il cerchio possa entrare perfettamente nel quadrato e che combacino. Ci dai l’idea che tutto possa accadere. Ma su una scala tra “sono tranquillo” a “sto impazzendo”, come gestisci l’ansia da uscita del nuovo film?
Al primo film era tutto nuovo. Ero elettrizzato, curioso, ambivo a poco e il successo che ne è conseguito mi ha posto in una posizione completamente diversa di fronte a questi eventi. Sono decisamente più impaurito. Spero di rispettare le aspettative che ci sono ogni volta che faccio qualcosa. Poi avendo una famiglia numerosa spero che quello che faccio venga partecipato dal pubblico in modo che possa continuare a farlo.
Le leggi le recensioni e i social?
Poco. Leggo più quello che scrivono i giornalisti perché mi diverte quando il mio film viene visto da un punto di vista non puramente cinematografico. La recensione la leggo quando c’è qualche critico che stimo perché è comunque una persona che parla con il proprio gusto e vissuto e lo rapporta a sé stesso. Diciamo che la critica di una volta aveva un approccio un po’ più obiettivo. Ma va bene anche così e che io decida di non leggerle.
Qual è la prima persona a cui fai guardare un tuo film? Insomma, il tuo primo giudice?
La mia compagna.
E ti è mai successo che ti abbia detto che una cosa non le piaceva e tu poi hai deciso di cambiare rotta?
Mi ha fatto presente un problema che aveva riscontrato in Freaks Out e che poi si è ripresentato. Lei è estremamente sincera. Non mi regala nulla. A volte è anche troppo dura e l’ascolto fino a un certo punto. Mi faccio dare dei consigli perché mi piace questo sguardo vergine che ha nei confronti delle cose. Lei è la cugina di Margherita Vicario e con lei è di un’indulgenza senza fine. Con me invece è proprio uno spettatore medio che si siede e ti dice “guarda non mi piace”. Quindi sono sempre curioso della sua opinione.
Mi chiedo un’altra cosa Gabriele. Se dovessi portare al cinema con te a guardare La città proibita un grande regista, sia attuale che del passato, chi porteresti?
Io sono un cinefilo cresciuto a pane e cinema. E ci sono tanti registi che amo. Il mio preferito è Steven Spielberg, ma forse ci porterei Park Chan-wook, il regista sudcoreano che ha fatto Old Boy.
Sei d’accordo che i coreani stanno facendo dei lavori pazzeschi?
Ieri ho riguardato il film e sto sempre a fare dei paragoni con il cinema di Bruce Lee degli anni Settanta. Ma riconoscevo anche una forte componente melò al film che viene tutta dal cinema sudcoreano. C’è un altro film che si chiama The man from nowhere ed è la storia meravigliosa di questo uomo che non si sa chi sia ed è un eroe che fa di tutto per salvare una bambina. E devo dire che è la pellicola che più di tutti ha ispirato il mio film.
E se ti dovessi chiedere le tre serie più belle di sempre secondo te?
Sicuramente Cowboy Bebop, una serie d’animazione giapponese che è forse una delle cose più belle mai fatte nella televisione animata. Rimanendo nell’animazione ti direi Ken Il guerriero e poi la serie di Ben Stiller Escape at Dannemora con Patricia Arquette, Benicio Del Toro e Paul Dano che mi ha stregato. Ken Il guerriero è l’amore da ragazzino, mentre di Cowboy Bebop qualsiasi adulto se ne innamora perché è una serie per adulti, non per ragazzini. C’è poi un’altra di serie giapponese dal titolo Blue Eye Samurai scritta dallo sceneggiatore che ha fatto il film Logan – The Wolverine
Abbiamo aggiunto anche un quarto consiglio, ma nel frattempo il vero suggerimento è di andare al cinema a guardare La città proibita. Gabriele spero di averti presto nei nostri studi a Napoli.
Anche io. Poi adoro Napoli. Spero di venire presto.
Grazie mille Gabriele e a presto!
Grazie a te!