Barbora Bobulova: “In Italia non si fanno serie con protagoniste femminili”

Su Radio Kiss Kiss, Barbora Bobulova ci ha parlato del suo ruolo in "Sopravvissuti", spaziando poi tra lavoro, vita privata e la sua top 3.

In Stasera ...che serie!, Lucilla ha intervistato Barbora Bobulova, una delle attrici della nuova serie tv Sopravvissuti.

Al telefono con noi Barbora Bobulova, buongiorno!

«Ciao, buongiorno!»

In “Sopravvissuti” sembra che ci sia un’ispirazione tratta da “Lost” e “Manifest”. Tu come la inquadreresti?

«Credo che sia un po’ pericoloso fare un paragone con delle serie straniere, perché c’è sempre un rischio. Ogni serie è fatta in un modo. Questa è una serie italiana in coproduzione con la Francia e con la Germania ed è scritta da un gruppo di sceneggiatori italiani molto giovani, quindi probabilmente si sono un po’ ispirati a queste serie internazionali, ma non le metterei nel nostro contesto. È una serie sicuramente nuova per la rete Rai, in questo la potrei definire diversa.»

Tu interpreti Giulia, che è un’attrice. Ti è venuto naturale interpretarla, essendo tu un’attrice, oppure la preparazione al ruolo ti è costata comunque fatica?

«Sì, io interpreto un’attrice, ma caratterialmente è totalmente diversa da me. Lei ama essere al centro dell’attenzione, la visibilità, la popolarità e tutto quel lato che io invece non amo tantissimo. Io amo il lavoro sul set, mi piace stare davanti alla macchina da presa, recitare. Tutto il resto mi piace un po’ meno.
Però mi ha divertito poter interpretare un personaggio totalmente diverso da me.»

Tu hai recitato in tantissime serie tv. Secondo te le serie sono la fine del cinema, la sua naturale prosecuzione o sono semplicemente sue complementari?

«Io credo che le serie siano una naturale conseguenza del mondo della televisione. Anche del fatto che siamo sempre di più a casa. Sicuramente il piccolo schermo, le nuove piattaforme che stanno prendendo piede fanno sì che questa tipologia di prodotti sia in aumento. Non so dove porterà tutto questo, ma spero che si trovi un compromesso in cui si possa scegliere se rimanere a casa a guardarsi una serie o uscire e andare al cinema a vedersi un bel film.»

Che effetto ti fa riguardarti in “Sopravvissuti”?

«Non mi piace riguardarmi, non so se esiste un attore o un’attrice che ama guardarsi. Credo sia una cosa un po’ particolare, ma con gli anni impariamo ad accettarci per quello che siamo. Quando ci guardiamo vediamo i difetti prima di tutto e solo dopo riusciamo a vedere anche qualcosa di buono. Ormai, però, sono in pace con me stessa, mi guardo ma solo per vedere il prodotto in tutta la sua complessità.»

Qual è il tuo podio delle serie?

«Una delle serie che ho amato tantissimo è “The Crown”, ho visto tutte le stagioni soprattutto per la bravura di Claire Foy e Olivia Colman, due grandissimi attrici. Mi è piaciuta molto anche “Omicidio a Easttown” con Kate Winslet, una grandissima attrice. Infine “La regina degli scacchi”. Se ci pensi tutte serie con grandi protagoniste donne, in Italia purtroppo mancano le serie con protagoniste femminili, se ne fanno poche. Io sono stata fortunata perché ho girato “Studio Battaglia” per la Rai, tratta dalla serie inglese “The Split” dove le protagoniste sono sempre donne, però sono perle rare.»

Raccolgo quello che hai detto per evidenziare che purtroppo in Italia è così a 360 gradi, da atnti punti di vista e in tanti settori.

«Sì, c'è un rapporto strano con la donna nella cultura mediterranea, non so come dire, mi sembra che siamo un po' indietro.»

Toglierei anche il "sembra", speriamo in un cambiamento rapido. Forse c'è più equità nelle nuove generazioni, lo noti dalle tue figlie?

«Sì, sono d'accordo. Credo che dovremo aspettare le nuove generazioni, e che il resto della popolazione li segua, ma bisogna dar loro spazio. In Italia li si ascolta molto poco. Faccio un esempio di un episodio successo a mia figlia. Quando uscì il famoso episodio di Peppa Pig [che mostrava una famiglia omogenitoriale, ndr] e i politici si sono interessati di questa vicenda, mia figlia ha chiesto: "ma i politici non hanno di meglio a cui pensare?" e le ho risposto "è vero, non posso che darti ragione"»

Allora nella prossima intervista porti anche le tue figlie!

«Non vorranno mai! Anzi, ora mia figlia mi rimprovererà perché l'ho citata in diretta.»

Barbara, grazie per essere stata con noi e Kiss Kiss a te!

«Grazie, Kiss Kiss a voi!»

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