Mental coach Romanazzi: “Sinner impari ad ascoltare il suo corpo”

Nicoletta Romanazzi, mental coach, commenta il ritiro di Sinner e sottolinea l'importanza del riposo e del divertimento per gli atleti di vertice.

Jannik Sinner è stato costretto al ritiro e il suo stato di salute ha acceso il dibattito tra tifosi e addetti ai lavori. Nicoletta Romanazzi, mental coach di diversi atleti, ha seguito la vicenda da spettatrice e ha condiviso alcune riflessioni sull’importanza dell’equilibrio tra mente e corpo nello sport di alto livello.

L’importanza del riposo per gli atleti 

Romanazzi, intervistata dall’ANSA, ha sottolineato come sia difficile capire da lontano le reali condizioni di Sinner, ipotizzando che potesse trattarsi di un’influenza intestinale o semplicemente di stanchezza. “Dopo Wimbledon è stato fermo un mese, è vero, ma sarebbe importante capire come”, ha spiegato. Secondo Romanazzi, spesso gli atleti di vertice hanno una parte competitiva molto sviluppata e si allenano senza sosta, trascurando il bisogno di riposo. “Ogni tanto serve staccare davvero, per tornare ad essere performanti e divertirsi davvero a fare quel che si fa”, ha aggiunto.

Equilibrio tra mente e corpo 

Romanazzi ha spiegato che il suo lavoro con gli atleti si basa sull’aiutarli a trovare un equilibrio tra le diverse parti interiori. “L’unico modo per stare bene è tenere in equilibrio le nostre parti interiori, ci permette di funzionare bene nella vita”, ha detto. Ha evidenziato che, quando la competitività è troppo alta, l’ascolto del corpo viene meno: “Per la parte competitiva il corpo non esiste, se ce l’ho troppo sviluppata. Se la competitività è molto alta, per l’atleta l’ascolto del corpo è pari a zero. È un’entità sconosciuta: se il corpo dà segnali, non li percepisce”.

Il ciclo del rendimento e il ruolo del divertimento

 Romanazzi ha illustrato come il corpo risponda a ritmi precisi e che ignorare i momenti di pausa può portare a cali di rendimento e ansia. “I picchi durano 90/120 minuti, poi arriva la valle che è importante: se non la ascoltiamo e per 20 minuti rallentiamo, il picco dopo sarà più basso, e quello dopo ancora più basso, fino ad arrivare alla situazione dove o non ho più voglia di fare niente o sono sempre fuori giri, una situazione di ansia”. Ha concluso ribadendo che il divertimento è essenziale per gli atleti: “Più tempo per se stessi, e diventano più performanti e si divertono: il divertimento è essenziale”.

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