Milano è una delle città più attrattive d’Europa e Milan e Inter rappresentano due delle sue eccellenze. Tuttavia, secondo Beppe Marotta, la città rischia di diventare marginale nel panorama calcistico europeo. Il presidente dell’Inter ha espresso la sua preoccupazione per il futuro dello stadio di San Siro, sottolineando che Milano non è più in grado di ospitare una finale di Champions League e non sarà tra le città candidate ai prossimi Europei 2032.
San Siro, tra storia e necessità di innovazione
Marotta ha dichiarato: “San Siro va rispettato, è stato un contenitore di grandissime emozioni, rappresenta la storia di due club. Ma bisogna guardare avanti: è una struttura fatiscente, vetusta, che ha bisogno di manutenzione continua. Wembley è stato abbattuto e ricostruito, anche qui c’è un’esigenza forte di fare la stessa cosa”. Il presidente dell’Inter ha evidenziato come il dibattito politico attorno allo stadio sia guidato da attori “molto conservatori, che non conoscono l’innovazione”.
Investimenti privati e competitività europea
Marotta ha spiegato che l’obiettivo sarebbe costruire un nuovo stadio nelle adiacenze di San Siro, attraverso investimenti privati dei due club. “Porterebbe grandi vantaggi alla città in termini di strutture, occupazione, turismo. Noi oggi in Europa non siamo competitivi: al massimo Milan e Inter hanno incassato 80 milioni circa a testa, mentre in Europa ci sono club che incassano 300 milioni. Questo è un gap che ha degli effetti negativi in termini di competitività. In Europa, negli ultimi dieci anni, sono stati costruiti 153 nuovi stadi, in Italia ne sono stati appena ristrutturati 3, pari all’1%”.
Ipotesi di lasciare Milano
Marotta ha ribadito la volontà di realizzare il nuovo stadio a Milano, sottolineando che Milan e Inter sono società milanesi. Tuttavia, ha aggiunto: “Se ci fossero difficoltà di questa natura, è evidente che ci guarderemo attorno e andremo a identificare dei siti fuori dal Comune di Milano. Vorremmo farlo assieme, Milan e Inter, è un accordo siglato da tempo. Si tratta di un investimento fatto da privati delle due società. Non verranno spesi soldi pubblici, neanche un euro”.