All’Italia è sufficiente il pareggio (0-0) a Leverkusen contro l’Ucraina per garantirsi il secondo posto nel girone e la qualificazione diretta ad Euro 2024. Obiettivo raggiunto senza una prestazione particolarmente brillante, ma il prossimo giugno -sempre in Germania- la Nazionale potrà difendere il titolo conquistato a Wembley nel 2021.
Rispetto alla partita con la Macedonia del Nord, Luciano Spalletti ne cambia quattro (dentro Di Lorenzo, Buongiorno, Frattesi e Zaniolo), l’Ucraina punta invece sul 4-1-4-1 con Zinchenko a fare da jolly tra centrocampo e difesa, con il solo Dovbyk avanti. Discreto l’approccio degli azzurri che a volte però si allungano e lasciano spazio agli avversari. Al quarto d’ora, Sudakov chiama in causa Donnarumma, l’Italia risponde con Barella e Di Lorenzo: Trubin respinge la botta da fuori dell’interista e un colpo di testa del napoletano termina fuori. Ma l’occasione colossale è quella sprecata da Frattesi, lanciato in area da Chiesa, che invece di provare lo scavino tira sul portiere in uscita bassa. Il primo tempo si conclude con una supremazia netta delle conclusioni da parte degli azzurri (10 a 3).
La ripresa inizia con Scamacca al posto di Raspadori e la fisionomia dell’attacco che cambia, anche se l’atalantino fatica a far salire la squadra. L’Italia sembra, comunque, in controllo della gara, fin quando agli ucraini non si presenta la chance più grossa di tutto il secondo tempo: su di un fallo laterale di Konoplya, Donnarumma e Di Lorenzo pasticciano, ne approfitta Mudryk che tira a porta spalancata, Gigio rimedia respingendo in angolo. Poco prima della mezz’ora, Spalletti inserisce Cristante e Politano per Jorginho e Zaniolo. La marea gialloblu si fa pericolosa, la pressione è più alta e l’Italia inevitabilmente si abbassa, ma Acerbi e Buongiorno non tremano. Rebrov si gioca tutte le sostituzioni (chiuderà con il 4-2-4), mentre il ct azzurro sceglie Kean e Darmian, togliendo uno stremato Chiesa e Politano, entrato da una ventina di minuti. L’Italia si mette a cinque in difesa e contiene, Donnarumma para ancora su Sudakov all’89. L’ultimo brivido in pieno recupero: Cristante tocca Mudryk nel cuore dell’area, sarebbe rigore. L’arbitro Manzano invece non fa una piega, il Var non interviene e, dopo altri quattro giri di lancette, l’Italia conquista la qualificazione.
Spalletti rincorre i suoi per tutto il campo, abbracciandoli uno ad uno. Non era facile prendere una squadra in corsa e portarla all’obiettivo, dopo il disastro dell’ultimo Mancini. L’incubo playoff è scongiurato, chi vorrà trionfare all’Olympiastadion il 14 luglio prossimo dovrà vedersela anche con i campioni d’Europa.