Reduce dall’ultima edizione delle Palalimpiadi di Parigi 2024, Bebe Vio ha avuto l’onore di sfilare in passerella alla Paris Fashion Week come brand ambassador di un noto marchio di bellezza e poco prima dell’evento l’atleta è stata intervistata dal magazine Vanity Fair.
Nel corso dell’intervista Bebe Vio ha parlato del concetto di bellezza che sta ampliando i propri confini, grazie anche alle azioni intraprese dai brand del settore: “Tutte insieme vogliamo dimostrare che non c’è un unico tipo di bellezza, non c’è un solo modo di sentirsi bella. Quando facevo le prime interviste in televisione cercavano con otto quintali di trucco di coprire le cicatrici. Dicevo “mi avete chiamata voi, questa sono io, potevate chiamare un’altra, perché tanto se volete rappresentare qualcosa che non sono io fatelo con qualcun’altra”.
Invece sull’evoluzione del concetto di disabilità la campionessa di scherma afferma: “La disabilità fino a poco fa era considerata una cosa brutta, nascosta. Anzi, poi, nella mentalità italiana, portava male. Alle medie addirittura dicevano ai bambini “non ti sedere sulla carrozzina che poi sennò ci rimani”. Adesso invece la disabilità sta diventando normalità e lo scopo è proprio di non considerare i disabili come supereroi ma come persone normali”.
E quando viene chiesto a Bebe Vio quale sia il più grande insegnamento ricevuto ha le idee chiare: “La mia mamma e il mio papà sono i più grandi insegnanti, se sono la persona che sono lo devo a loro, se abbiamo raggiunto le cose che abbiamo raggiunto è semplicemente grazie a loro. Mi hanno dato una marea di insegnamenti e ognuno in maniera completamente diversa dall’altro, perché sono persone completamente diverse”.