Asia Cogliandro, centrale della squadra di volley femminile Perugia, ha raccontato a “La Stampa” la sua esperienza dopo aver scoperto di essere incinta. Sei mesi dopo il rinnovo del contratto con il club, la giocatrice ha continuato ad allenarsi fino a quando, secondo il suo racconto, la società le avrebbe chiesto di lasciare la squadra. Cogliandro ha spiegato: “Il 21 gennaio mi alleno e ho paura, le compagne sono spaventate. Decido di dirlo, il giorno dopo lo comunico al direttore sportivo, che contentissimo mi abbraccia. Ma in un attimo lo scenario cambia, e le pressioni arrivano immediatamente. La società mi dice di lasciare casa e di restituire anche le mensilità già pagate. Diventano assertivi: ‘devi andare via’”.
La versione di Asia Cogliandro
Cogliandro ha dichiarato di aver cercato una mediazione con il club, proponendo una sospensione del contratto e la possibilità di svolgere incarichi amministrativi. “Tra la loro offerta e il dovuto fino a scadenza contratto ballano 12 mila euro, una cifra stupida: ma io ho subito una violenza psicologica”, ha aggiunto. Secondo la giocatrice, la situazione che ha vissuto non sarebbe un caso isolato: “Siamo co.co.co, non professioniste. Qualcosa è stato modificato ma dovrebbero esserci più tutele….Se continuiamo ad accettare compromessi, non sarò l’ultima. È ora di dire basta”. Sul sito della squadra, Cogliandro risulta ancora tra le giocatrici in rosa.
La reazione della Federazione Italiana Pallavolo
La vicenda ha attirato l’attenzione della Federazione Italiana Pallavolo. Giuseppe Manfredi, presidente Fipav, ha dichiarato: “La maternità non può mai essere vista come una colpa, né tantomeno come un ostacolo alla carriera di una sportiva”. Manfredi ha espresso solidarietà personale e a nome della Federazione a Cogliandro. Ha ricordato l’istituzione del fondo “La maternità è di tutti”, creato per sostenere le atlete che diventano madri. “Dall’attivazione del fondo abbiamo già sostenuto molte atlete che ne hanno fatto richiesta”, ha aggiunto. Manfredi ha concluso: “Mi riservo di approfondire la vicenda con la società coinvolta, così da avere più elementi a disposizione”.
Le condizioni contrattuali delle atlete
Secondo quanto riportato da Cogliandro, le atlete di volley femminile sarebbero inquadrate come collaboratrici coordinate e continuative e non come professioniste. La giocatrice ha sottolineato che, nonostante alcune modifiche, le tutele sarebbero ancora insufficienti. Cogliandro ha affermato: “Se continuiamo ad accettare compromessi, non sarò l’ultima”.