Una notte che resterà scolpita nella storia del calcio internazionale. A Orlando, in una delle sfide più inattese del Mondiale per Club 2025, l’Al Hilal di Simone Inzaghi ha firmato un’autentica impresa, eliminando il Manchester City di Pep Guardiola con un rocambolesco 4-3 ai tempi supplementari. Una vittoria che va ben oltre il risultato: è il simbolo di un nuovo equilibrio nel calcio globale, dove le potenze emergenti iniziano a sfidare e, in casi come questo, a superare le supercorazzate europee.
Una partita folle
Il City era arrivato a questo appuntamento da favorito assoluto. La squadra di Guardiola, campione d’Europa nel 2023 e finalista nella nuova Champions League FIFA, sembrava destinata a un passaggio agevole. E i primi minuti della gara sembravano confermarlo: vantaggio firmato da Bernardo Silva, dominio territoriale netto e consueto possesso palla avvolgente. Poi, il blackout.
Al Hilal, con personalità e organizzazione, è rientrato in partita grazie alle accelerazioni di Malcom e al cinismo sotto porta di Marcos Leonardo, autore di una doppietta da attaccante puro. Kalidou Koulibaly, ex Napoli e Chelsea, ha poi firmato di testa il momentaneo 3-2 nei supplementari, prima del pareggio di Foden. Ma a decidere tutto, al 112′, è ancora una volta Marcos Leonardo, con il gol che manda in estasi la panchina saudita e gela quella inglese.
Inzaghi, l’arte della gestione
Simone Inzaghi, arrivato in Arabia dopo l’addio all’Inter, ha dimostrato di essere uno dei tecnici più preparati e flessibili del panorama mondiale. La sua squadra ha saputo soffrire, reagire e colpire nei momenti chiave, mostrando una maturità tattica che non sempre si vede fuori dall’Europa.
Non è solo un successo tattico, però: è anche una dimostrazione di leadership. Inzaghi ha saputo trasmettere fame e determinazione a un gruppo che mescola esperienza europea (Koulibaly, Milinković-Savić, Malcom, Bono) e giovani di talento come appunto Marcos Leonardo. La sua impronta si è vista nella compattezza difensiva, nella capacità di ripartire e nella freddezza nei momenti decisivi.
Il crollo del City e il peso dell’eliminazione
Per il Manchester City si tratta di una caduta fragorosa. L’eliminazione brucia, non tanto per il prestigio del torneo – spesso sottovalutato dalle grandi d’Europa – quanto per l’immagine: perdere contro un club extraeuropeo, per di più dopo essere stati avanti due volte, rappresenta un duro colpo alla narrativa dominante di superiorità.
Guardiola, visibilmente deluso, ha sottolineato nel post-partita come l’assenza di alcuni titolari e la stanchezza abbiano inciso, ma senza cercare alibi: “Hanno meritato, sono stati più efficaci nei momenti importanti”.
Una vittoria che cambia gli equilibri?
L’Al Hilal non è una meteora. È il club più titolato d’Arabia Saudita, con alle spalle una struttura solida, investimenti continui e un’ambizione dichiarata: diventare protagonista anche su scala globale. Con questa vittoria, il club saudita dimostra che i milioni spesi negli ultimi anni non sono solo marketing, ma stanno costruendo una squadra capace di competere ad alti livelli.
Ora il sogno continua
Nei quarti di finale, Al Hilal affronterà il Fluminense che ha battuto 2 a 0 l’Inter. Un’altra sfida affascinante, ma con la consapevolezza – ora più che mai – che nulla è impossibile. La squadra di Inzaghi ha già scritto una pagina memorabile, ma ha ancora margini per stupire.