Tullio Solenghi: “Con Grillo agli inizi, il Vaticano si infuriò per il mio San Remo. Mi manca la telefonata quotidiana con Anna Marchesini”

Un viaggio nella carriera di Tullio Solenghi, dagli inizi con Beppe Grillo alle polemiche suscitate dalle sue parodie, fino al ricordo dell'amica Anna Marchesini.

Cinquant’anni di palcoscenico e la stessa ironia di sempre. Tullio Solenghi, volto storico del teatro e della televisione italiana, racconta in un’intervista al Corriere della Sera i suoi esordi, gli anni del Trio e un percorso artistico costellato di libertà e leggerezza.

“Con Grillo c’erano tre spettatori…”

“Ho iniziato con Beppe Grillo – ricorda Solenghi – io facevo il primo tempo, lui il secondo. A volte in sala c’erano tre spettatori, ma Beppe diceva sorridendo che avevamo divertito il 70% del pubblico.” Da lì, la scoperta della comicità come esigenza vitale: “Dopo sette anni di Shakespeare avevo un’orchite da classici. Dovevo ridere, e far ridere.”

Le ire del Vaticano e dell’Iran

Nel suo percorso non sono mancate le polemiche. “Il Vaticano si arrabbiò per il mio San Remo – racconta – interpretavo un santo con aureola e remo in mano. In sala c’era Christian e iniziai con: ‘con Christian per Christian in Christian’. Non la presero bene.”

Ancora più clamorosa la reazione internazionale a una parodia su Khomeini: “L’Iran espulse tre diplomatici. Romano Prodi ci disse che avevamo realizzato lo sketch più costoso della storia della televisione. Anche gli albanesi protestarono per Striscia la Berisha, ma poi da Tirana ci ringraziarono: si erano divertiti.”

Il Trio e la rivoluzione della comicità televisiva

Con Anna Marchesini e Massimo Lopez nasce il leggendario Trio, capace di ridefinire il linguaggio comico in tv. “Ci univa uno sguardo strabico sulla realtà e il gusto per lo spiazzamento. Non c’era una ‘donna del Trio’: avevamo tutti lo stesso sesso comico.”

La svolta arrivò con Lascia o Raddoppia e soprattutto con la parodia de I Promessi Sposi: “Nacque a cena, grazie a una signora che non smetteva di chiedere ad Anna di fare la cecata. Non immaginavamo che sarebbe diventato un cult.”
Quando, dopo dodici anni, il Trio decise di sciogliersi, fu per scelta di misura: “Meglio fermarsi quando ti dicono resta.”

Tra palcoscenico e riflessioni morali

“Il giorno più bello? Quando seppi che I Promessi Sposi avevano raggiunto 14 milioni e mezzo di spettatori. Il più brutto? I pomeriggi di Domenica In, con i giochi telefonici: una tortura per chi arriva dal teatro.”

Oggi Solenghi porta in scena Gilberto Govi, il suo punto di riferimento artistico. Vegetariano da cinquant’anni, riflette anche sull’etica della vita:

“Non esistono animali di serie A e di serie B. Perché salviamo le balene e massacriamo i tonni?”

“Anna mi manca ogni giorno”

Nel ricordo di Anna Marchesini c’è la dolcezza di un legame che non si è mai spezzato.

“Mi manca la nostra telefonata quotidiana. Guardavamo la vita con quell’occhio obliquo che ci ha uniti per sempre.”

E su Massimo Lopez aggiunge con affetto:

“È ancora il mio fratellino. La comicità passa, ma certe alchimie non finiscono mai.”

Tra ricordi, leggerezza e filosofia, Solenghi continua a sorridere al mondo. Con quello sguardo obliquo che, da sempre, gli permette di vedere la realtà da un’angolazione tutta sua.

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