“Sotto il vestito niente” di Carlo Vanzina torna al cinema per il 40° anniversario

Il celebre thriller ambientato nella Milano degli anni '80 torna nelle sale italiane dal 4 agosto per celebrare i suoi 40 anni.

“Sotto il vestito niente”, il thriller diretto da Carlo Vanzina e ambientato nella Milano degli anni ’80, torna nelle sale italiane dal 4 agosto per celebrare il suo 40° anniversario. Il film, che ha segnato un’epoca, offre uno sguardo critico e disilluso sul mondo della moda milanese, mescolando elementi di giallo classico con l’estetica dell’epoca.

Un thriller nella Milano da bere

Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Marco Parma, pseudonimo di Paolo Pietroni, all’epoca direttore della rivista “Amica”, il film esplora il mondo del lusso e delle apparenze della Milano degli anni ’80. La trama ruota attorno alla scomparsa di una modella americana, svelando i lati oscuri di un ambiente patinato e competitivo. Il produttore Achille Manzotti inizialmente propose la regia a Michelangelo Antonioni, che declinò l’offerta, suggerendo invece i fratelli Vanzina per il progetto.

Ispirazioni e influenze cinematografiche

Il film trae ispirazione da opere di Brian De Palma, come “Vestito per uccidere” e “Omicidio a luci rosse”, e presenta una colonna sonora composta da Pino Donaggio. Con un cast internazionale che include Renée Simonsen, Donald Pleasence, Carole Bouquet e Tom Schanley, la pellicola è stata girata tra Milano, il parco di Yellowstone e Lugano. “Sotto il vestito niente” mescola atmosfere da fashion thriller con la tensione del poliziesco, immergendo lo spettatore in una realtà patinata e crudele dove dietro le passerelle dell’alta moda si celano misteri, doppi giochi e omicidi.

Accoglienza e rivalutazione critica

All’uscita nelle sale nel 1985, “Sotto il vestito niente” ottenne ottimi risultati commerciali, posizionandosi al ventiduesimo posto per incassi al botteghino italiano nella stagione 1985-1986. Tuttavia, la critica dell’epoca fu meno entusiasta, con giudizi generalmente negativi. Nel corso degli anni, il film è stato rivalutato e considerato un’icona della cosiddetta “Milano da bere”, apprezzato per la capacità di rappresentare le atmosfere degli anni ’80 e per l’affresco del decennio edonista italiano. 

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