Sanremo, Gabbani e Tricarico con “Io sono Francesco”. Testo e significato della cover

Francesco Gabbani e Francesco Tricarico insieme sul palco dell'Ariston con la cover di "Io sono Francesco".

Questa sera, durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2025 dedicata alle cover, Francesco Gabbani ha condiviso il palco con Francesco Tricarico per eseguire “Io sono Francesco”, il celebre brano autobiografico che segnò l’esordio di Tricarico nel 2000. 

L’esibizione

La performance è stata accolta con entusiasmo dal pubblico dell’Ariston, che ha apprezzato la sinergia tra i due artisti. Gabbani, noto per la sua versatilità e capacità interpretativa, ha saputo rendere omaggio al pezzo originale, mentre la presenza di Tricarico ha aggiunto un tocco di autenticità e profondità all’esibizione.

Il brano

“Io sono Francesco” è una canzone profondamente autobiografica che racconta un episodio doloroso dell’infanzia di Tricarico. All’età di tre anni, l’artista perse il padre, un aviatore morto in servizio. Anni dopo, durante una lezione scolastica, la maestra assegnò un tema sul papà, ignorando la situazione familiare di Francesco. Di fronte all’incapacità di svolgere il compito, il giovane si trovò a confrontarsi con il proprio dolore e con l’indifferenza dell’insegnante. Il brano affronta temi universali come la perdita, la solitudine e la ricerca di sé stessi. Nonostante il tono apparentemente leggero e la melodia orecchiabile, la canzone nasconde una profondità emotiva significativa. La ripetizione del ritornello “Buongiorno, buongiorno, io sono Francesco” rappresenta un’affermazione della propria identità e una rivendicazione di esistenza, nonostante le avversità incontrate lungo il cammino.

Il testo

Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Io ero un bambino che rideva sempre
Ma un giorno la maestra dice oggi c’è il tema
Oggi fate il tema, il tema sul papà

Io penso è uno scherzo sorrido e mi alzo
Le vado lì vicino ero contento
Le dico non ricordo mio padre è morto presto
Avevo solo tre anni non ricordo non ricordo

Lei sa cosa mi dice neanche mi guardava
Beveva il cappuccino non so con chi parlava
Dice qualche cosa qualcosa ti avran detto
Ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri

Puttana puttana, puttana la maestra
Puttana puttana, puttana la maestra

Io sono andato al posto ricordo il foglio bianco
Bianco come un vuoto per vent’anni nel cervello
E poi ho pianto non so per quanto ho pianto
Su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto

Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie

Cadono le stelle è buio e non ci vedo e la primavera
È come l’inverno il tempo non esiste neanche l’acqua del mare
E l’aria io non riesco a respirare

E a dodici anni ero quasi morto
Ero in ospedale non mangiavo più niente
E poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti
Per sei sette anni seicento metri quadri

Tadana tadadana
Tanananana Tananana

E il mio capo il mio capo mi ha salvato
Li ci sono giochi se vuoi puoi giocare il padre è solo un uomo
E gli uomini son tanti scegli il migliore seguilo e impara

Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Questa mattina mi sono svegliato presto
In fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo
Sorrido prendo un foglio scrivo viva Francesco

Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie

Venite bambini venite bambine
E ditele che il mondo può essere diverso
Tutto può cambiare la vita può cambiare
E può diventare come la vorrai inventare

Ditele che il sole nascerà anche d’inverno
Che la notte non esiste guarda la luna
Ditele che la notte è una bugia
Che il sole c’è anche c’è anche la sera

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