Paolo Ruffini: “Quello che distingue l’artista dal resto è la libertà”

Attore, produttore e regista, Paolo Ruffini è in giro per l’Italia con il suo spettacolo teatrale Din Don Down, show realizzato insieme a ragazzi affetti dalla sindrome di Down. In una recente chiacchierata con Fanpage ha toccato diverse tematiche inerenti al suo concetto di arte e alla sua carriera artistica.

Infatti, Ruffini ha le idee chiare sulla differenza tra ciò che è artistico e ciò che non lo è: “C’è sempre stato un grande equivoco culturale in questo paese. Abbiamo sempre distinto gli artisti dai mestieranti e dai buffoni. Penso che non sia esattamente così. Il fatto che delinea l’essere artista non è esattamente aver fatto qualcosa di bello”.

E su come si riconosce un artista dice: “Quello che distingue l’artista dal resto, per me, è la libertà. Questa è la componente. Invece c’è chi distingue tra santoni intellettuali e scemi pagliacci clown. L’equivoco è questo. Se fai il buffone, resti buffone. Se fai l’intellettuale, tutti ci cascano perché questo in fondo non è un paese di intellettuali. È un paese di persone perbene, ma con la cultura c’è ancora tanto da fare”.

L’attore ha quindi raccontato della sua società di produzione che coinvolge moltissimi altri personaggi dello spettacolo ed ha spiegato cosa guarda quando sceglie chi scritturare:

“Per me vince la sensibilità. Dico sempre che siamo riusciti a ottenere l’intelligenza artificiale, ma non riusciremo mai a ottenere la sensibilità artificiale. Per me questa è una cosa che viene premiata dalla gente e dal pubblico. E anche l’idea di poter sbagliare, inciampare, poter fare una battuta, viverla, vederlo vero e in carne e ossa, non in verticale su uno schermo. Queste sono le cose che contano”.

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