Il Commissario Ricciardi, Maria Vera Ratti: “Lino Guanciale è il protagonista perfetto. La quarta stagione? Ancora non si sa”

Maria Vera Ratti racconta il rapporto tra Enrica e il Commissario Ricciardi, le dinamiche sul set e le incertezze sulla quarta stagione della serie.

In un’intervista concessa a DiLei, Maria Vera Ratti ripercorre l’evoluzione di Enrica ne Il Commissario Ricciardi, soffermandosi sul legame con il personaggio di Lino Guanciale, sul clima speciale respirato sul set e sui possibili sviluppi della serie. L’attrice non nasconde quanto questa esperienza abbia rappresentato un viaggio emotivo profondo e, pur mantenendo il riserbo dovuto, lascia trapelare qualche riflessione sul futuro televisivo della storia.

Un amore fatto di riconoscenza e destino condiviso

Ratti racconta l’essenza del legame tra Enrica e Ricciardi partendo da una convinzione netta: non è il fascino a unire i due, ma un’intesa che nasce da un immediato riconoscersi. Lo spiega con parole semplici, lasciate intatte perché rivelano la chiave del loro rapporto: “È proprio un’affinità profonda, un riconoscersi senza bisogno di grandi gesti o parole.”
Per il Commissario, travolto dalla solitudine e dal peso della sua condizione, Enrica diventa il simbolo di ciò che la sua vita non gli ha mai concesso: pace, normalità, una quotidianità possibile. E proprio questa normalità diventa la luce nella sua oscurità.

La limpidezza di Enrica e la forza delle sue fragilità

Nel descrivere ciò che più ama del suo personaggio, l’attrice offre un ritratto di Enrica che va oltre l’apparente quiete. Le sue parole restituiscono una donna intensa nel silenzio, ferma pur senza imporre giudizi. Ratti lo riassume così: “È trasparente, ma non fragile; ha una forza quieta, una fermezza gentile.”
Una capacità di esistere senza clamore che conquista non solo Ricciardi, ma anche il pubblico.

La terza stagione e quel finale sospeso

La terza stagione, dopo settimane di tensioni e passi incerti, si chiude mostrando Enrica e Ricciardi finalmente felici. Un momento che i fan attendevano, ma che l’attrice rilegge con cautela. Alla domanda su ciò che attende i due, risponde con un sorriso enigmatico: “Per ora sì, poi non si sa.”
Il destino di Enrica, infatti, nei romanzi non è tra i più sereni. Sulla possibilità di una quarta stagione, Ratti non si sbilancia: «Non lo so davvero. Dipende da molte questioni, anche produttive.» Una risposta che lascia aperto ogni scenario.

Lino Guanciale, un compagno di scena esemplare

Il rapporto professionale con Lino Guanciale è uno dei punti su cui Ratti insiste con più entusiasmo. L’attore, racconta, ha saputo rendere il set un luogo accogliente e stimolante. “È il protagonista perfetto: contagia tutti con la sua puntualità, la professionalità, la capacità di dare sempre il massimo,” dice con riconoscenza.
La collaborazione tra i due si traduce in una naturale sintonia che emerge scena dopo scena.

Le amicizie nate sul set

Ratti parla con affetto dei rapporti costruiti durante le riprese. Cita il legame con Susy Del Giudice, che interpreta sua madre anche in un’altra serie, e ricorda la spontaneità dell’amicizia con Serena Iansiti, nonostante i loro personaggi raramente condividano la scena. Con Fiorenza D’Antonio e Veronica Delia, invece, si è creata una complicità fatta di momenti di pausa, chiacchiere di fine giornata e piccole ritualità che hanno reso più leggero il ritmo intenso delle riprese.

Il lavoro sulla gestualità e sulle abitudini degli anni Trenta

Interpretare una donna degli anni Trenta ha richiesto studio e dedizione. Ratti racconta di aver imparato a ricamare proprio per calarsi nel quotidiano di Enrica: “Non avevo mai preso in mano un ago in vita mia,” confessa ridendo.
Tra fotografie di famiglia, film storici e costumi curati al dettaglio, ha ricostruito movenze, postura e sensibilità di un’altra epoca.

Nuovi progetti in arrivo

Pur non potendo anticipare troppo, l’attrice svela di aver appena concluso le riprese di una serie internazionale e di avere un’altra fiction destinata a Rai 1, prevista – spera – per il 2026. Un’agenda in evoluzione, segno di un percorso artistico in piena crescita.

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