Indiana Jones e il tempio maledetto, diretto da Steven Spielberg nel 1984, è il secondo capitolo della celebre saga con Harrison Ford nei panni dell’archeologo avventuriero. Ambientato nel 1935, il film segue Indiana Jones, la cantante Willie Scott e il giovane Short Round in un’avventura in India per recuperare una pietra sacra e liberare bambini schiavizzati da un culto malvagio. Nonostante le critiche iniziali per il tono più cupo rispetto al predecessore, la pellicola ha ottenuto un notevole successo al botteghino, incassando 333 milioni di dollari a fronte di un budget di 28 milioni, e ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali.
Infortuni sul set e scene pericolose
Durante le riprese, Harrison Ford ha subito un’ernia del disco mentre girava una scena di combattimento nella camera da letto del palazzo di Pankot. L’attore è stato trasportato d’urgenza a Los Angeles per un intervento chirurgico alla spina dorsale, causando una temporanea sospensione della produzione. Dopo l’operazione, Ford ha dovuto affidarsi a una controfigura per le scene d’azione più impegnative.
Inoltre, la scena in cui Indiana Jones affronta un assassino Thuggee nella sua stanza ha richiesto l’uso di frustate reali, aumentando il realismo ma anche il rischio per gli attori coinvolti.
Curiosità e riferimenti nascosti
Il film è ricco di riferimenti e omaggi. Ad esempio, il club in cui si svolge la scena iniziale si chiama “Club Obi Wan”, un chiaro riferimento al personaggio di Star Wars. Inoltre, durante la scena dell’aeroporto, compaiono in piccoli camei George Lucas, Steven Spielberg e il produttore Frank Marshall.
Un’altra curiosità riguarda l’attore che interpreta lo sciamano del villaggio, D.R. Nanayakkara, che non parlava inglese. Per aiutarlo, Spielberg leggeva le battute dietro la cinepresa, e l’attore le ripeteva per imitazione.
Riprese e ambientazioni
Le riprese si sono svolte principalmente negli Elstree Studios in Gran Bretagna. Per gli esterni, la produzione si è spostata in Sri Lanka, nei pressi della città di Kandy, dopo che il governo indiano ha rifiutato le riprese a Jaipur per timore di un’immagine negativa del paese.
La scena dell’inseguimento nei carrelli della miniera è stata realizzata combinando riprese con attori su un breve tracciato e l’uso di modellini, con effetti speciali aggiunti successivamente dalla Industrial Light and Magic.