La serie Netflix ‘Il Mostro di Firenze’, diretta da Stefano Sollima, ripercorre i tragici eventi che hanno scosso l’Italia tra gli anni ’60 e ’80. Attraverso quattro episodi, la serie offre una ricostruzione dettagliata dei delitti attribuiti al famigerato serial killer, ponendo l’accento su figure centrali come Barbara Locci e suo figlio Natalino Mele. Oltre alla cronaca nera, la narrazione affronta temi sociali ancora attuali, come il patriarcato e la violenza di genere.
L’inizio della serie: l’estate del 1982
La serie si apre nell’estate del 1982, con il duplice omicidio di Paolo Mainardi e Antonella Migliorini a Baccaiano. Questo delitto segna un punto di svolta nelle indagini, poiché consente agli inquirenti di collegare l’arma utilizzata a un altro duplice omicidio avvenuto nel 1968: quello di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco a Castelletti di Signa. In quell’occasione, il figlio di Barbara, Natalino Mele, allora di sei anni e mezzo, si trovava nella vettura e sopravvisse all’attacco. Questo collegamento porta gli investigatori a esplorare la cosiddetta ‘pista sarda’, concentrandosi sul ‘clan dei sardi’ vicino a Stefano Mele, marito di Barbara e unico condannato per il delitto del 1968.
Barbara Locci: una figura tra patriarcato e libertà
Barbara Locci emerge come una figura centrale nella serie. La narrazione la presenta come una donna che, nonostante le restrizioni sociali dell’epoca, cerca di affermare la propria libertà personale. Viene mostrata mentre sogna di fuggire con Francesco Vinci, un membro del ‘clan dei sardi’. Tuttavia, la sua vita è segnata da dinamiche patriarcali, con uomini che cercano di controllarla. La serie suggerisce che Salvatore Vinci potrebbe essere il padre biologico di Natalino Mele, ipotesi che riflette le complesse relazioni all’interno del clan.
Natalino Mele: il bambino sopravvissuto al delitto del 1968
Natalino Mele, figlio di Barbara Locci, è un personaggio chiave nella serie. All’età di sei anni e mezzo, sopravvive all’omicidio della madre e del suo amante, Antonio Lo Bianco, avvenuto nel 1968. Nella serie, si lascia intendere che Salvatore Vinci possa essere il padre biologico di Natalino, una supposizione che era diffusa all’epoca. Tuttavia, recenti rivelazioni hanno indicato che il vero padre biologico è Giovanni Vinci, fratello di Salvatore, una figura non contemplata nella serie.
Un finale aperto: possibilità di una seconda stagione
La serie si conclude con l’arrivo in lontananza di Pietro Pacciani e la misteriosa fuga di Salvatore Vinci, eventi che coincidono con la fine dei delitti attribuiti al Mostro di Firenze. Questo epilogo lascia aperta la possibilità di una seconda stagione, che potrebbe approfondire la figura di Pacciani e i processi successivi, offrendo ulteriori spunti di riflessione su una delle vicende criminali più oscure della storia italiana.
