Con la sua inconfondibile vena ironico-sarcastica e attraverso gag paradossali e dissacranti, Gene Gnocchi da 40 anni conquista il pubblico con interventi semiseri in TV e freddure quotidiane sulla carta stampata, affermandosi come maestro della comicità surreale. Oggi, Eugenio Ghiozzi, in arte Gene Gnocchi, celebra i suoi 70 anni al Teatro Dalmine di Bergamo con lo spettacolo Una crepa nel crepuscolo, un viaggio attraverso la sua carriera artistica, tra satira e parodia, reinterpretando in chiave immaginaria personaggi come Alberto Angela, il generale Vannacci, Gianni Morandi e il leggendario Muciaccia di Art Attack.
Una carriera tra diritto e spettacolo
Laureato in Giurisprudenza all’Università di Parma, ha iniziato la sua carriera come avvocato. Tuttavia, la sua vera passione era il mondo dello spettacolo. “Avevo solo tre clienti e quando uno di loro è morto ho capito che avevo sbagliato strada”, ha dichiarato Gnocchi in un’intervista, spiegando come il richiamo del palcoscenico fosse troppo forte per essere ignorato. La sua carriera artistica è iniziata nei cabaret, dove ha potuto esprimere il suo talento comico e la sua capacità di improvvisazione.
Il passato da calciatore
Prima di diventare un volto noto della televisione, Gene Gnocchi ha coltivato anche un’altra passione: il calcio. “Se mi accusano di non essere un bravo calciatore mi arrabbio per davvero. Ero un regista fortissimo e m’ispiravo a Rivera, che poi ho conosciuto giocandoci insieme a tennis. Nel 1972 ho fatto la Primavera con l’Alessandria allenata da Pippo Marchioro e ho giocato una decina di stagioni tra D e Promozione con le maglie di Guastalla, Fidenza, Castiglione, Fiorenzuola, Viadanese, Busseto e Vigolsone vincendo diversi campionati dilettantistici”, ha dichiarato a Il Tirreno. A 50 anni, ha ironicamente firmato un contratto con il Parma, pur senza scendere in campo. Nonostante ciò, il calcio è rimasto una parte importante della sua vita, tanto da ispirare alcuni dei suoi sketch più famosi.
Il successo in televisione
Esordisce nel cabaret e si fa conoscere grazie a “Emilio” e “Mai dire Gol”, diventando un volto noto della comicità surreale italiana. Collabora con trasmissioni come “Quelli che il calcio”, “Il processo di Biscardi” e “DiMartedì”, distinguendosi per le sue battute ironiche e satiriche. Parallelamente scrive libri e si cimenta nella musica. Il suo stile irriverente e arguto lo ha reso un punto di riferimento della satira sportiva e politica in Italia. Tra i suoi lavori più celebri, si ricorda la conduzione di “Striscia la Notizia” insieme a Tullio Solenghi. “Lavorare a Striscia è stata un’esperienza incredibile”, ha raccontato Gnocchi, sottolineando quanto sia stato importante per la sua carriera.