Fabio Fazio si dice “veramente sconvolto” dopo la scomparsa del maestro Peppe Vessicchio, morto l’8 novembre all’età di 69 anni per una polmonite interstiziale. Il conduttore di Che tempo che fa ha raccontato a Repubblica il loro ultimo scambio di messaggi e il profondo legame di amicizia che li univa.
«Doveva venire da me per presentare il suo nuovo libro, Bravo bravissimo – La musica di Mozart il fanciullo geniale, ma mi aveva scritto che non si sentiva bene, aveva la tosse. “Sei stato il mio primo pensiero, ti volevo avvisare”, mi disse. Gli ho risposto di riposarsi, di rimettersi presto. L’ho salutato come sempre: ti aspettiamo, Peppe». Un appuntamento che, purtroppo, non si è mai potuto realizzare.
Fazio ricorda il direttore d’orchestra come “una persona di straordinaria delicatezza, colta, piena di grazia e di garbo”. Un uomo discreto, riservato e privo di qualsiasi vanità, amato dal pubblico proprio per il suo modo pacato e gentile di comunicare. «Mi fa impressione usare l’imperfetto – confessa il conduttore – perché per me è ancora impossibile pensare che non ci sia più».
L’amicizia tra i due nacque sul palco del Festival di Sanremo, dove Vessicchio è stato per decenni un volto familiare e amatissimo. Fazio lo ricorda come “una figura poetica, elegante, sempre pronta al gioco”. Emblematico l’episodio del 2013, quando Luciana Littizzetto gli tagliò la barba in diretta durante la kermesse: «Non ne sapeva nulla, ma accettò con il suo solito sorriso. Per lui la vita era un gioco da affrontare con serietà e rispetto».
Anche la Littizzetto ha voluto ricordarlo con parole affettuose: «Non ci credo. Non ci voglio credere. Tesoro musica bella». Sui social ha condiviso una clip con la sua ironica “letterina” al maestro, scrivendo: «Voglio pensarti sempre così, adagio ma con brio, a ridere sotto barba e baffi. Anima sottile, delicata, affettuosa».
Con la sua scomparsa, il mondo della musica italiana perde non solo un direttore d’orchestra simbolo di Sanremo, ma un uomo che ha saputo unire competenza, ironia e umanità. Come ha detto Fazio, «senza Peppe, mancava qualcosa. Ora manca molto di più».
