Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha dichiarato che Israele non dovrebbe partecipare all’Eurovision Song Contest, sottolineando la necessità di coerenza nelle decisioni culturali europee. Ha paragonato la situazione attuale all’esclusione della Russia dal concorso nel 2022, affermando: “Quando ha invaso l’Ucraina, la Russia è stata esclusa dagli eventi internazionali, come l’Eurovision Song Contest. Pertanto, nemmeno Israele dovrebbe essere incluso, perché non possiamo permettere doppi standard, nemmeno nella cultura”.
RTVE contesta il sistema di televoto
La radiotelevisione pubblica spagnola RTVE ha sollevato dubbi sul sistema di televoto dell’Eurovision, dopo che Israele ha ottenuto la massima votazione dal pubblico spagnolo per il secondo anno consecutivo. RTVE ha richiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) un dibattito sull’adeguatezza del sistema di voto, suggerendo che i conflitti in corso possano influenzare i risultati e compromettere la natura culturale del concorso. Sanchez ha inoltre accusato Israele e alcuni “movimenti di estrema destra” di aver orchestrato una campagna sui social media con l’obiettivo di incrementare i voti ottenuti dalla cantante israeliana durante l’Eurovision Song Contest.
La risposta dell’Eurovision e le reazioni internazionali
In risposta alle critiche, l’organizzazione dell’Eurovision ha difeso il proprio sistema di televoto, definendolo “il più avanzato del mondo”. Martin Green, direttore del festival, ha assicurato che i voti sono attentamente verificati per garantire l’integrità del processo. Nel frattempo, oltre 70 ex partecipanti all’Eurovision hanno firmato una lettera aperta chiedendo l’esclusione dell’emittente israeliana Kan dall’UER, accusando l’organizzazione di applicare doppi standard riguardo al conflitto a Gaza.
