Eugenio Finardi, a 72 anni, si interroga sull’eredità che lascerà ai suoi figli, esprimendo preoccupazione per il mondo che li attende. In questi giorni ha rilasciato diverse dichiarazioni, al Corriere della Sera e al Messaggero, dove ha dichiarato: “Mi vergogno di quello che sto lasciando ai miei figli, a 72 anni cominci a ragionare su quello che conta”.
La famiglia e le sfide personali
Finardi è padre di tre figli: Elettra ed Emanuele, nati dalla prima moglie Patrizia, e Francesca, avuta con l’attuale compagna, anch’essa di nome Patrizia. Elettra, nata nel 1982, è affetta dalla sindrome di Down. Il cantautore ha raccontato: “All’epoca non si diceva così, si diceva ‘mongoloide’. L’ho amata e la amo moltissimo, ma in quel momento fu un trauma: mi sentii diverso io per primo, come se la sua malattia fosse una condanna per qualcosa che io avevo fatto. Sprofondai nella depressione”. Tuttavia, ha aggiunto: “Mi ha insegnato a prendere tutto quello che ti arriva. C’è sempre qualcosa da imparare e da prendere”.
La carriera musicale e le scelte artistiche
Dopo il successo di “Extraterrestre” nel 1978, Finardi ha intrapreso un percorso musicale variegato. Nel 1983, con la nascita di Elettra, ha realizzato un disco intimista ed elettronico, uno dei primi in Italia a utilizzare il Fairlight. Negli anni successivi, ha sperimentato diversi generi, dal fado al blues, fino a progetti mistici come “Il silenzio e lo spirito”. Recentemente, ha pubblicato “Euphonia Suite”, un album che reinterpreta alcuni dei suoi brani storici in chiave swing e jazz, in collaborazione con il pianista Mirko Signorile e il sassofonista Raffaele Casarano.
La salute e la visione del futuro
Nonostante gli acciacchi dell’età, Finardi mantiene uno spirito ribelle. In passato aveva confessato di aver considerato l’idea della pensione prima del lockdown, ma l’esperienza della quarantena gli ha fatto capire quanto fosse dipendente dalla vita artistica. Aveva dichiarato: “Confesso di aver accarezzato l’idea della pensione prima del lockdown. Poi i mesi in casa mi hanno fatto capire quanto fossi dipendente da questa vita”. Attualmente, è impegnato in un tour che lo vede esibirsi in luoghi suggestivi, come piccoli borghi, dove l’ascolto diventa il fulcro dell’esperienza musicale. Ha affermato: “Nei piccoli borghi è possibile creare l’ambiente giusto per concerti più raffinati in cui l’ascolto diventa il fulcro. Anche il silenzio è importante”.