Dieci anni dopo l’ultimo saluto alla Garbatella, I Cesaroni tornano sul piccolo schermo con volti storici, nuove dinamiche e la stessa voglia di raccontare l’Italia più autentica, con le sue famiglie imperfette e il suo cuore sempre un po’ sopra le righe. Tra i ritorni più attesi c’è quello di Stefania Masetti, che oggi, come sottolinea la sua interprete Elda Alvigini, non è più semplicemente “la moglie di Ezio”, ma una donna indipendente, realizzata, con un percorso proprio.
In un’intervista rilasciata a Leggo, l’attrice romana racconta con sincerità il legame con la serie che le ha cambiato la vita, le emozioni del ritorno sul set e anche qualche retroscena su polemiche e assenze che hanno accompagnato questa nuova stagione.
«I Cesaroni? È stato come vincere alla lotteria»
Elda Alvigini non ha dubbi: accettare di tornare a vestire i panni di Stefania è stato un sì immediato.
«Il mio personaggio è una donna lontana da me. Non sono sposata, non ho figli, ma il mio personaggio mi ha insegnato tanto. Per me è liberatorio interpretare una donna così energica. Il mio è stato un sì deciso.»
Oggi Stefania è diversa. Non più legata al passato, ma rivolta al futuro:
«Stefania non è più arrabbiata con suo marito. Non solo se ne è fatta una ragione, ma si sta godendo la sua vita da single. Torna a scuola, è dirigente scolastica. Mio figlio Walter, interpretato da Ludovico Fremont, mi combina problemi abbastanza seri.»
E proprio il rapporto con Giulio Cesaroni, alias Claudio Amendola, si evolve in modo inatteso:
«Nella nuova stagione sarò come una migliore amica per Giulio. Voglio assolutamente vederlo fidanzato e quindi abbiamo un’app d’incontri che uso anch’io.»
Una popolarità travolgente (anche troppo)
La serie ha dato enorme visibilità all’attrice, con episodi a volte surreali:
«Una volta sono caduta con la macchina in una voragine, sono dovuta uscire arrampicandomi dal finestrino. C’era un signore che si è avvicinato per chiedermi un autografo. Dopo due ore e mezza era ancora lì. Alla fine gliel’ho fatto, perché mi veniva da ridere.»
Con i fan il rapporto è intenso, diretto, a volte invadente, ma sempre carico d’affetto:
«Quando ti incontrano vogliono toccarti, abbracciarti. Ma va anche capito. Bisogna accettare che, alla fine, è tutto affetto. Certo, c’è chi è educato e chi un po’ meno. Ho dovuto togliere il cognome dal citofono, perché mi suonavano a qualsiasi ora.»
Il segreto del successo? Una famiglia fuori dagli schemi
Secondo Alvigini, il fascino senza tempo della serie sta proprio nella sua capacità di anticipare i temi di oggi:
«Oggi si parla di inclusività, di differenze, di famiglie non convenzionali. Ma I Cesaroni lo facevano già, solo che non ci si metteva l’etichetta sopra. Era tutto molto naturale, e forse è per questo che funzionava.»
Un ritorno pieno di emozione (e di responsabilità)
Tornare sul set dopo tanti anni non è stato facile:
«C’era tanta attesa su questo ritorno de I Cesaroni e avevo tanto paura. Abbiamo una grande responsabilità nei confronti del pubblico, ma è stato come andare in bicicletta.»
La scelta del cognome di Stefania racconta bene la consapevolezza di oggi:
«Quando sono iniziate le riprese, fuori dalla roulotte ho letto “Stefania Masetti” e sono subito andata in produzione a farmi cambiare il cognome. Lei è una donna nel 2025, e quindi è giusto che porti il suo cognome.»
Fassari, Amendola e quel rispetto che resta
Tra i grandi assenti di questa stagione c’è Antonello Fassari, amatissimo interprete di Cesare. Per Alvigini, il ricordo è vivido e affettuoso:
«Era un collega meraviglioso, calmo, sempre disponibile, in ascolto. Una persona di grande bontà e un grandissimo attore. Lui per me era un idolo.»
Su Claudio Amendola, oggi anche regista della serie, ammette:
«Il primo giorno di riprese avevo tre scene, tutte con Claudio Amendola. Era una cosa nuova per me, perché nella vecchia serie non ho mai fatto una scena da sola con lui. Ero molto emozionata, anche perché ho una certa soggezione nei suoi confronti: sul set sa il fatto suo. Mi piace moltissimo il suo modo di dirigere, lo amiamo tutti. Viva Claudio Amendola alla regia.»
Le polemiche? «Costruite. Le porte sono aperte»
Sulle assenze di alcuni attori storici e le parole di Amendola che hanno fatto discutere, Alvigini chiarisce:
«È una polemica costruita dai giornalisti. Claudio Amendola ha un modo di parlare più diretto. Durante una conferenza stampa dedicata alla nuova stagione, parlare degli attori delle vecchie edizioni non è stato corretto da parte di chi poneva le domande. Non hanno detto di no “perché gli faceva schifo”, ma perché probabilmente erano impegnati in altri progetti. Qui le porte sono sempre aperte.»
Una nuova Stefania, una nuova Alvigini
Oggi Elda è pronta a farsi conoscere anche in altre vesti:
«Tra ottobre e novembre dovrebbe uscire il mio primo romanzo.»
Ma intanto si gode il ritorno in quella che, per lei, è stata la vera svolta della vita:
«Interpretare Stefania è stato il regalo più grande. La coppia Stefania-Ezio mi ha dato popolarità e successo. Max Tortora aveva detto di no, quindi non era scontato che mi richiamassero. Per questo sono contentissima e riconoscente.»
I Cesaroni non sono solo un ricordo, ma un riflesso dell’Italia di ieri e di oggi. E se davvero, come dice Alvigini, “non sono un’epoca, ma un modo di essere”, allora è bello sapere che la porta della Garbatella è ancora aperta.