Curiosità su “Il piccolo diavolo” di Roberto Benigni

Scopri alcune curiosità sul film "Il piccolo diavolo" di Roberto Benigni del 1988, con Walter Matthau.

Il piccolo diavolo: il film di Roberto Benigni che ha messo il diavolo in commedia

Il piccolo diavolo, uscito nelle sale italiane nel 1988, è una delle opere più originali e irriverenti di Roberto Benigni, artista toscano noto per il suo stile surreale e profondamente umano. Diretto e interpretato dallo stesso Benigni, il film è una commedia che mescola elementi esoterici, slapstick, satira religiosa e tenerezza, con un tono leggero ma capace di sollevare riflessioni sorprendenti. Al centro della storia c’è un giovane e inesperto diavolo, con il volto e la voce inconfondibili di Benigni, evocato durante un esorcismo dal mite e tormentato padre Maurizio, interpretato da Walter Matthau, celebre attore americano (e qui in una delle sue rare apparizioni nel cinema italiano). Il diavolo, però, non ha nulla di minaccioso: è candido, goffo, curioso come un bambino. Non conosce il mondo degli umani e ne rimane affascinato. La sua indole è tutt’altro che malvagia, ed è proprio questo che lo rende tanto spiazzante quanto adorabile. Il rapporto tra il piccolo diavolo e padre Maurizio si sviluppa in modo rocambolesco, comico e a tratti toccante. Il sacerdote cerca disperatamente di liberarsi della creatura infernale, ma finisce per affezionarsi a lui. Da parte sua, il diavoletto è attratto da tutto ciò che è umano: il gelato, la televisione, la musica, e soprattutto le donne. Quando scopre l’amore, il film prende una piega ancora più tenera, con un Benigni che si innamora – letteralmente – della vita. Benigni usa l’escamotage del diavolo “buono” per mettere in discussione i dogmi religiosi, ma lo fa con l’ironia e la leggerezza che gli sono proprie. Il piccolo diavolo non è un film blasfemo, bensì un inno alla libertà di pensiero, alla curiosità e alla disobbedienza creativa. Il diavolo di Benigni non vuole tentare, ma semplicemente capire: è una figura che si ribella non al bene, ma all’idea rigida di bene imposta dalle istituzioni.

Curiosità e dietro le quinte

  • Walter Matthau e la lingua italiana: Una delle curiosità più gustose del film è la presenza di Walter Matthau, attore hollywoodiano celebre per film come La strana coppia. Benigni lo volle fortemente e scrisse il ruolo di padre Maurizio su misura per lui. Matthau, però, non parlava italiano: per questo fu doppiato da Ferruccio Amendola, con un risultato sorprendentemente armonico.
  • Incontri sul set: Durante le riprese, Benigni conobbe la futura moglie e musa Nicoletta Braschi, che nel film interpreta la donna di cui si innamora il piccolo diavolo. La loro intesa sullo schermo anticipa la complicità che li legherà anche in altri film, tra cui La vita è bella.
  • Successo inaspettato: Nonostante l’assurdità della trama e l’anomalia del soggetto, Il piccolo diavolo fu un successo al botteghino, incassando più di 10 miliardi di lire. In parte fu merito del carisma di Benigni, già amatissimo in Italia, ma anche della curiosità per un film che mischiava generi in modo così originale.
  • La scena del bar: Una delle scene più memorabili del film è quella in cui il piccolo diavolo scopre il caffè e resta completamente folgorato dal suo gusto. Questa sequenza, apparentemente comica, è anche una metafora sottile del “peccato” come scoperta del piacere, che nel mondo umano diventa quotidiano, normale, addirittura necessario.
  • Citazioni bibliche e nonsense: Il film è pieno di citazioni paradossali, giochi di parole e riferimenti religiosi trasformati in comicità surreale. Ad esempio, il piccolo diavolo dice di essere stato “creato all’Inferno durante una pausa caffè”, una battuta che racchiude in sé tutto il senso dissacrante del film.
  • L’ispirazione letteraria: Benigni, amante di Dante e della cultura classica, costruisce il suo diavolo come un moderno Virgilio invertito: non guida, ma è guidato, e si perde volentieri nei gironi dell’umanità.

Un film che resiste al tempo

A distanza di oltre trent’anni, Il piccolo diavolo continua ad affascinare. Non è solo una commedia brillante, ma un film che riesce ad affrontare, con apparente leggerezza, temi complessi: la religione, la libertà, il peccato, il desiderio. La sua forza sta nella semplicità disarmante del protagonista: un essere considerato “malvagio” che in realtà vuole solo amare, conoscere, vivere. Nel panorama del cinema italiano, Il piccolo diavolo è un’opera unica, forse sottovalutata, che merita di essere riscoperta. Rappresenta perfettamente l’estro di Benigni, la sua capacità di coniugare comicità e poesia, provocazione e tenerezza. E forse proprio per questo, come il suo piccolo protagonista, il film resta “fuori posto” rispetto alle categorie tradizionali, ma proprio lì trova la sua magia.

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