Un’intervista firmata da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera accompagna il ritorno al cinema di Checco Zalone dopo cinque anni di assenza: dal 25 dicembre arriva in sala Buen Camino, una commedia natalizia in cui l’attore interpreta un padre ricchissimo e disincantato che si mette in viaggio lungo il Cammino di Santiago per tentare di ricucire il rapporto con la figlia minorenne, trasformando un percorso affrontato senza alcuna vocazione spirituale in un cammino di avvicinamento umano ed emotivo verso una figlia fino ad allora rimasta ai margini della sua vita.
Un padre sui generis
Il personaggio interpretato da Zalone è tutto fuorché un modello: «Niente. E ne va fiero», risponde quando gli viene chiesto che cosa faccia nella vita. Un uomo che ha costruito la propria ricchezza «non per merito ma per eredità» e che si presenta all’inizio del film con una vistosa parrucca bionda, indossata «solo i primi venti minuti», prima di un evento che lo costringe a cambiare radicalmente.
Il viaggio è reale e cinematografico allo stesso tempo. Le riprese hanno attraversato Saint-Jean-Pied-de-Port, Pamplona, Burgos e León. «Abbiamo fatto il cammino francese», racconta, «in macchina, ma è durissimo lo stesso».
Natale al cinema e ironia sul sistema
Buen Camino arriva in sala il giorno di Natale, una scelta decisa dalla produzione e dai distributori, che Zalone commenta con la consueta ironia, scherzando sul ruolo dei produttori e sulla loro capacità di «tessere rapporti, fare cene, aprire bottiglie». Stavolta il comico pugliese ha cambiato scuderia, approdando a Indiana Production, pur ritrovando il regista storico Gennaro Nunziante.
Sulla rottura con Pietro Valsecchi, suo produttore per anni, Zalone non nasconde una vena di malinconica comprensione: «Capisco che possa essere risentito: è umano, questo è il primo film che non faccio con lui».
Vita privata e gossip
Nel corso dell’intervista, il comico parla apertamente della propria vita privata. «In realtà non ci eravamo mai sposati. E siamo in buoni rapporti», chiarisce a proposito della ex compagna e madre delle sue figlie. Non mancano riferimenti ironici al gossip che lo ha visto accostato a Virginia Raffaele: «In realtà, Virginia sa che non glielo darò mai».
Il rapporto con le figlie, Gaia e Greta, emerge come uno degli aspetti più teneri del racconto, tra lettere a Babbo Natale, richieste di regali calibrate «in base al reddito» e la passione per l’equitazione: «È il terzo che le compro. Una cavalla: Etta. E pensare che io i cavalli ero abituato a mangiarli».
Politica, satira e libertà
Zalone tocca anche il tema della comicità e del politicamente corretto, ribadendo la sua idea che il comico debba essere «scorretto» e che la satira, per funzionare, non debba temere le etichette. Tra aneddoti su politici, artisti e colleghi, racconta incontri surreali e cene memorabili, sempre con l’arma dell’ironia.
Un viaggio di formazione
Buen Camino si presenta come una commedia di formazione che mette al centro il rapporto padre-figlia, la maturazione emotiva e la critica al narcisismo contemporaneo. «Un narcisista. E il narcisismo è il grande male del nostro tempo», dice Zalone del suo personaggio, che attraverso il cammino impara a riconoscere il valore dei legami e delle responsabilità.
Dopo cinque anni lontano dalle sale, Checco Zalone torna così con un film che promette risate, ma anche uno sguardo più profondo su famiglia, affetti e fragilità, confermando ancora una volta la sua capacità di mescolare comicità popolare e riflessione personale.
