La Biennale Architettura 2025 ha aperto i battenti con un appello accorato del presidente Pietrangelo Buttafuoco contro il fenomeno del ‘domicidio’, ovvero la distruzione dell’identità delle città italiane. Durante la cerimonia inaugurale, Buttafuoco ha sottolineato l’importanza di preservare l’autenticità dei centri urbani, minacciati da interventi architettonici che ne snaturano l’essenza.
L’appello di Buttafuoco contro il ‘domicidio’
Nel suo discorso inaugurale, Pietrangelo Buttafuoco ha espresso preoccupazione per il crescente fenomeno del ‘domicidio’, termine da lui coniato per descrivere la perdita dell’identità architettonica delle città italiane. Ha evidenziato come interventi edilizi non rispettosi del contesto storico e culturale stiano trasformando i centri urbani, compromettendo la loro autenticità. Buttafuoco ha invitato architetti e urbanisti a riflettere sull’importanza di progettare nel rispetto delle tradizioni locali, per evitare di infliggere ulteriori ferite al patrimonio architettonico nazionale.
Il debutto del Qatar con un padiglione permanente
Una delle novità di questa edizione è la partecipazione del Qatar, che per la prima volta avrà un padiglione permanente ai Giardini della Biennale. Il padiglione, situato accanto al celebre Padiglione Stirling, ospiterà l’installazione “Community Centre” dell’architetta pakistana Yasmeen Lari. Questa opera esplora il concetto di ospitalità e architettura sociale, inserendosi nella mostra “Beyti Beytak. My home is your home. La mia casa è la tua casa.”, che presenta lavori di oltre venti architetti provenienti dal Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale. La presidente di Qatar Museums, Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, ha sottolineato l’importanza di questa partecipazione per rafforzare il ruolo del Qatar nella diplomazia culturale globale.
Venezia, crocevia di culture e tradizioni
Pietrangelo Buttafuoco ha accolto con entusiasmo l’ingresso del Qatar nei Giardini della Biennale, sottolineando il ruolo storico di Venezia come crocevia di culture. Ha ricordato che Venezia è l’unica città europea ad avere, sin dall’anno Mille, un nome in arabo, “Bunduqiyyah”, a dimostrazione del ricco incrocio di lingue ed etnie che qui hanno sempre trovato accoglienza. Questo spirito di apertura e scambio culturale continua a caratterizzare la Biennale, che si conferma piattaforma privilegiata per il dialogo tra diverse tradizioni architettoniche e artistiche.