Addio a Goffredo Fofi, intellettuale controcorrente e critico cinematografico

Goffredo Fofi, saggista e critico cinematografico, è morto a 88 anni. La sua carriera è stata caratterizzata da un impegno costante nel promuovere una cultura alternativa e nell'analizzare criticamente la società italiana.

Goffredo Fofi, saggista, critico cinematografico e letterario, è morto all’età di 88 anni. Nato a Gubbio il 15 aprile 1937, Fofi ha dedicato la sua vita all’analisi critica della società italiana, promuovendo una cultura alternativa al consumismo e all’omologazione.

Impegno sociale e culturale

A 18 anni, Fofi si trasferì in Sicilia per collaborare con Danilo Dolci nelle sue battaglie nonviolente per il riscatto del Sud, partecipando a forme di disobbedienza civile. Negli anni ’60, a Torino, studiò il fenomeno dell’immigrazione interna dal Mezzogiorno, pubblicando nel 1964 “L’immigrazione meridionale a Torino”, testo ancora oggi considerato fondamentale. Successivamente, a Napoli, fondò la Mensa dei bambini proletari, esperienza educativa e politica emblematica del suo impegno per l’infanzia e le fasce più deboli. 

Contributo alla critica cinematografica

Fofi ha avuto un ruolo cruciale nella rivalutazione di Totò, attore spesso snobbato in vita dalla critica cinematografica. Nel 1968, pubblicò “Totò. L’uomo e la maschera”, in collaborazione con Franca Faldini, analizzando in profondità l’arte comica dell’attore napoletano. Ha inoltre dedicato studi a figure come Alberto Sordi e Marlon Brando, contribuendo significativamente alla critica cinematografica italiana. 

Attività editoriale e pensiero critico

Fofi ha fondato e diretto diverse riviste culturali, tra cui “Quaderni piacentini”, “Ombre Rosse”, “Linea d’Ombra” e “Lo Straniero”, spazi di libertà critica capaci di cogliere i movimenti sotterranei di una società in trasformazione. Nel 2008, ha fondato le Edizioni dell’Asino, ulteriore tassello del suo impegno per una cultura popolare e accessibile. Pur vicino a molte battaglie della sinistra, è rimasto autonomo dai partiti, distante tanto dai dogmatismi quanto dall’intellettualismo elitario. 

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