Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato di novità tecnologiche con Fjona Cakalli
Buongiorno Fjona! Ti troviamo su Rai Play con “Touch – impronte digitali”, in cui racconti le novità tecnologiche e ce ne sono, no?
«Buongiorno! In realtà la prima puntata è uscita oggi e si parla di spazio. Perché molti non pensano che lo spazio è legato indissolubilmente alla tecnologia, ma anche all’Italia. L’Italia è fortissima nel settore spaziale, è uno dei player principali. Siamo andati in Guyana Francese dove vengono prodotti e lanciati i razzi che portano i satelliti nello spazio. Poi siamo andati a vedere come vengono costruiti i satelliti e cosa si mangia nello spazio. Non mangiano solo quelle cose liofilizzate, ma anche pomodori, insalate, cose che possono essere coltivate nello spazio. Tutto va però organizzato sulla Terra.»
Non riusciamo più a coltivarli sulla Terra ma ci riescono nello spazio. Spiegaci come fanno.
«Non si può spiegare tutto perché dovete vedere la puntata! La cosa bella è che parliamo di scienza ma abbiamo anche la filosofa. Lucrezia Ercoli ci racconta quali sono le domande più grandi che ci facciamo sulla tecnologia, in questo caso riguardo lo spazio. E vi ricordo che la filosofia non dà risposte, ma fornisce nuove domande. Si parte da una domanda sugli alieni per poi trasformarla su “gli alieni sono un po’ un’introspezione di quello che vediamo come l’altro? L’alieno è l’altro, cioè lo straniero?” La trasmissione vuole portare un linguaggio simpatico ma con dei contenuti molto forti su una piattaforma che va fuori dal digitale e arriva a tutti. Non è solamente dedicata ai giovani, ma anche ai giovani dentro.»
Ci puoi dire un’innovazione che è stata sperimentata nello spazio ma potrà essere utilizzata nella vita di tutti i giorni?
«Per esempio, le fotocamere dei nostri telefoni sono così piccole perché le prime fotocamere sono state miniaturizzate per essere portate nello spazio. La maggior parte delle tecnologie le sviluppiamo qua, poi le miniaturizziamo per portarle nello spazio. Poi quella tecnologia torna a casa nostra. Infatti, i soldi che spendiamo per lo spazio non sono buttati, sono investiti. Molte delle cose che noi usiamo, per esempio in medicina, non esisterebbero se non fossero state sperimentate sullo spazio.»
Qual è invece la cosa che ti interessa personalmente e di cui segui l’aggiornamento in prima persona?
«In questo periodo mi interesso tantissimo di auto. Oltre a essere sempre più tecnologiche, sono anche sempre più internazionali. L’Europa sta diventando un po’ più debole in questo periodo, perciò sto cercando di capire quali novità ci sono in giro per il mondo. E arrivano non solo da Asia e Stati Uniti. Perché noi vediamo la tecnologia in un prodotto, ma è veramente ovunque. Dobbiamo imparare a conoscerla per non essere spaventati, come succede per l’Intelligenza Artificiale.»
Ciao Fjona!
«Ciao!»