Tricarico, comune lucano in provincia di Matera

Questa mattina, nella nostra rubrica saluti da Kiss Kiss, abbiamo parlato di Tricarico, comune della Basilicata in provincia di Matera, guidati dalle parole del sindaco Paolo Paradiso.

L’origine del toponimo è controversa e sono state fatte diverse ipotesi: 

  • dal greco treis = tre ed akrosakris = vetta, monte, vertice ossia “città dalle tre vette”;
  • dal latino tricaricum da intendersi come “posta su tre colli”.
  • dal greco treis kari kora o treis kariaris, da intendersi come “città delle tre grazie” o “città graziosa”;
  • dal latino trigarium (il termine indica il luogo dove si allenavano gli aurighi che montavano la triga, ossia un carro trainato da tre cavalli).

Inoltre, la derivazione latina sarebbe coerente con il fatto che da Tricarico passa la via Appia, verso il porto di Brindisi, anche se le testimonianze archeologiche del VI-V secolo a.C. ritrovate nei pressi del monastero di Santa Maria delle Grazie rendono plausibile una fondazione e un toponimo di più antica origine.

Luoghi di interesse ed attività a Tricarico

Innumerevoli sono le emergenze architettoniche religiose e civili presenti nella città, il cui centro storico, composto dai quartieri Civita, Saracena, Ràbata, Monte e Piano, si sviluppa in un perfetto schema “a fuso”, tipico delle città medioevali realizzate sui colli: 

  • cattedrale di Santa Maria Assunta, voluta da Roberto il Guiscardo, nella quale, nel 1383Luigi I d’Angiò fu incoronato re di Napoli.
  • chiese (nel 1585 ve n’erano 52, di cui 13 parrocchiali), alcune adorne di affreschi.
  • Chiesa e convento di Santa Chiara
  • Convento di Sant’Antonio di Padova
  • Convento di Santa Maria del Carmine
  • Convento di San Francesco d’Assisi
  • Convento di Santa Maria delle Grazie
  • torre normanna alta 27 m e con pareti spesse anche oltre 5 m. Sulla sommità, sebbene non vi siano muri intorno e gli archetti di coronamento siano quasi allo stesso livello del pavimento, se ci si mette sulla pietra posta al centro della superficie, si sente la propria voce rimbombare come se si fosse in una caverna.
  • torre della Saracena e torre della Ràbata.
  • porte della città fortificata: “Fontana” (duecentesca e che ancora conserva i cardini in pietra di alloggiamento del portone), del Monte, della Ràbata, della Saracena, delle Beccarie (che conserva le due piccole nicchie con mensola dove venivano posizionate le lucerne per rendere visibile l’accesso anche di notte).
  • palazzo ducale, che ospita il museo archeologico.
  • palazzi nobiliari, la maggior parte dei quali è stata realizzata tra il Quattrocento ed il Seicento.

Le strade e vicoli del centro storico sono caratterizzati da un diverso andamento a seconda che ci si trovi nei quartieri arabi della Ràbata e della Saracena (a struttura labirintica, con strade principali, “shāriʿ” in arabo, da cui si dipartono strade secondarie, “darb”, che spesso si concludono in vicoli ciechi “zuqāq”) o nei quartieri normanni del Monte e del Piano (a pianta regolare, con strade principali parallele unite perpendicolarmente da vicoli per lo più gradinati ed a forte pendenza).

Piatti e prodotti tipici di Tricarico

Echi di sapori arabi, caratterizzati dall’unione del dolce con il salato, si ritrovano nelle “Làgane” con mollica e uva passa: la ricetta è un piatto di pasta (la làgana è simile alla tagliatella) condita con pane raffermo soffritto, uva passa e mandorle tritate.

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