In questo speciale di “Saluti da” ci troviamo sull’Isola d’Elba con Antonio Arrighi, viticoltore e sperimentatore di antiche tecniche di viticoltura.
Buongiorno Antonio!
«Buongiorno e Kiss Kiss a voi!»
Viticoltore e sperimentatore, hai fatto un esperimento ultimo al mondo. Nesos, un vino prodotto con l’uva immersa in mare come si faceva 2.400 anni fa. Ci confermi tutto?
«Sì. Il Nesos è un vino per cui immergiamo le uve in mare.»
Perché questa procedura?
«Devo fare un passo indietro, ma fatemi dire una cosa molto importante, essendo indigeno dell’isola. L’Elba nell’Ottocento era la principale produttrice d’uva della Toscana, 5.000 ettari. Per darvi un’idea, l’Alto Adige, che produce molto vino, ha una superficie vitata di 5.380 ettari. Immaginate com’era il panorama dell’isola d’Elba, con tutte le colline disegnate dai vigneti.»
Anche Napoleone ci mise “una carta” sul vino dell’Elba, quindi ne vale la pena.
«Esatto. Tra l’altro nel periodo francese, anche prima di Napoleone, i francesi capirono quanto era importante per noi la viticoltura, era la prima attività degli elbani.»
Nel mentre vediamo le immagini dell’immersione dell’uva in acqua.
«Queste sono nasse per aragoste prestate alla viticoltura. Tutto è nato dal professor Attilio Scienza, un grande della viticoltura sull’isola di Chio, chiamata l’isola del vino degli dei. È un vino particolarissimo, la sua ricerca si basava sul capire perché. Sulle scritture di Plinio il Vecchio e di Giulio Cesare si citava Chio. La ricerca, quindi, consisteva nel capire questo loro segreto, e ci è arrivato. Cioè immergere le uve nell’acqua salata. La nostra uva ha una buccia molto resistente perciò può rimanere immersa per tempo. Il vino diventa molto saporito. Si utilizza il sale del mare come conservante e disinfettante naturale.»
Grazie mille ad Antonio Arrighi! Buon lavoro e non dimenticate di consultare il sito visitelba.info per tutti gli aggiornamenti ed i dettagli su questa splendida isola del Mediterraneo!