Questa mattina, nella nostra rubrica saluti da Kiss Kiss, abbiamo parlato di Castelnuovo di Conza, comune della Campania in provincia di Salerno, guidati dalle parole del sindaco Francesco Di Geronimo.
Sorge nell’alta valle del Sele e comprende il valico appenninico della Sella di Conza, sin dall’antichità importante nodo viario. Il territorio è stato abitato nel periodo che va dal paleolitico superiore al neolitico fino all’età del bronzo; la massima espansione si è avuta tra il V e il III sec. a.C.. I ritrovamenti hanno rilevato in varie località la presenza di fattorie sannitiche. Il nome deriva probabilmente dal latino castrum novum o castellum novum, ossia “castello nuovo” e la sua origine è probabilmente legata a Castelnuovo Cilento, per distinguerlo dal quale, gli fu assegnata la specifica di “Conza”.
Luoghi e monumenti di interesse a Castelnuovo di Conza
- Località Cupone (IV-V secolo a.C.), sito non custodito ad accesso gratuito;
- Località Torretta (IV-V secolo a.C.), sito non custodito ad accesso gratuito;
- Località S. Ilarione (IV-V secolo a.C.), sito non custodito ad accesso gratuito
Nel territorio del comune sono di notevole interesse i boschi e i territori rimboschiti in località Temete, Cesina e Fontaniello. Non lontano dal paese, in località Aia delle Chianghe si trova il Bosco didattico, un progetto di ingegneria naturalistica che ha riqualificato una cava abbandonata prima degli anni ’50. Questa iniziativa vuole sostenere attività didattiche per sensibilizzare le scolaresche sulle tematiche ambientali e incentivare il turismo ecologico.
Nella montagna fra l’Alto Sele e il Platano nel 1815 erano censiti una trentina di mulini per la macinazione del frumento, collocati prevalentemente nel comune di Castelnuovo. Quasi tutti erano a ruota orizzontale, tipologia particolarmente diffusa lungo torrenti e rii minori in quanto in grado di funzionare anche in caso di portate d’acqua non abbondanti. Di solito, i signori feudali avevano il monopolio dei mulini, divenuti di uso comune nel Medioevo, e ne traevano un cospicuo reddito. In località Pennino, lungo il vallone Pisciolo (Lu Pisc’l’), si conservano i resti di tre mulini costruiti nel XIX secolo che, collegati tra di loro, davano vita ad un sistema detto ad accovata o “a ripresa”. Sul Chianieddh’ si erge la scultura dell’artista umbro Pietro Lista, amico di vecchia data di Castelnuovo, costituita da una porta in acciaio Corten su cui sono incisi i nomi delle vittime del terremoto.
Piatti e prodotti tipici di Castelnuovo di Conza
La culinaria è legata alle produzione agricola del territorio: dunque frumento, granturco, legumi, verdure coltivate e selvatiche (origano, funghi, che crescono abbondanti nei boschi della valle, tartufi, ecc.), uva, castagne, olio di oliva, bovini, ovini e suini. Sono tutte vivande della tradizione popolare, generalmente povere, ma ricche di sapore.
A Castelnuovo vi è una lunga tradizione di pasta fatta in casa, minestre e pizze rustiche. Piatti tipici sono i fusilli, i cavatielli, le matasse, i n’filiinfant’, e le lagane; le zuppe comprendono quelle di cicerchia (c’cerchia) e di fasul cotti nella pignata all’interno del camino, la m’nestra ‘mmar’tata preparata con verdura, cotechino e ossa di maiale essiccate, la pizza d’grandinj, i p’zziddh’ di farina di mais, con cicoli e uva secca, cotti sotto la cenere e le zeppole, a base di pastella e alici. Tra le pietanze si ricordano il migliatiedd’, involtino di interiora di agnello e la sauzicch’ di polmone di maiale, magari serviti con peperoni sott’aceto ripieni con pane abbrustolito, noci, uva secca, alici e vino cotto o con patan’ scazzat’, patate condite con olio, aglio, origano, e le pap’racciol’secche. Caciocavallo, soppressate ed altri latticini e salumi mancano raramente sulla tavola apparecchiata per la festa.
I dolci, che si consumano soprattutto nel periodo natalizio comprendono il sang’d’puorc’, a base di sangue di maiale, riso, cannella, uva secca e cioccolato, li cauzungiedd’, a base di castagne, ceci, cannella, vino cotto e cioccolato.