In Italia nell’ultimo mese, stando a quanto segnalato dal monitoraggio della fondazione Gimbe, i numeri del Covid sono in forte rialzo. Tra metà novembre e l’inizio di dicembre, infatti, i contagi sono passati da 26.855 a 52.175 (+94,3%), il tasso di positività dei tamponi è salito dal 13,6 al 18,8%, mentre l’incidenza settimanale per centomila abitanti -da 46 casi- ha raggiunto quota 89 casi. “Rispetto all’effettiva circolazione virale -sottolinea il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta- il numero dei contagi è largamente sottostimato”. L’incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 16 casi per centomila abitanti nella fascia 10-19 anni a 177 nella fascia 80-89 anni, fino a 221 negli over 90. “Una distribuzione -spiega ancora Cartabellotta- che riflette, con l’aumentare dell’età, una maggiore attitudine al testing”. Crescono anche i ricoveri in area medica (+58,1%) e raddoppiano i decessi, quasi novecento nell’ultimo mese e tutti over 80.
Nei giorni scorsi, la direzione generale prevenzione del ministero della Salute ha convocato una cabina di regia dedicata alle campagne vaccinali di Covid e influenza stagionale, alla quale hanno partecipato i rappresentanti degli enti locali. Il direttore Francesco Vaia ha assicurato che le Regioni si sono impegnate a potenziare tutte le azioni necessarie per implementare la vaccinazione di prossimità -eventualmente anche tramite Open Day vaccinali- e ponendo i medici di medicina generale, farmacie e gli altri setting assistenziali nelle condizioni di aumentare la propria offerta. “Siamo soddisfatti per la partecipazione delle Regioni e l’unanime adesione a questo appello -dice Vaia – e anche per la loro manifesta volontà di mettere uniformemente in campo ogni iniziativa per far sì che i cittadini italiani si sentano tutelati e accolti dal Servizio sanitario nazionale”.
Vaccinarsi non è obbligatorio, ma un fatto di responsabilità individuale: “Ormai abbiamo capito che la somministrazione del vaccino -conclude Vaia- non dà certezza di non contagiarsi, ma aumenta le possibilità di non avere la malattia grave e questa è una cosa importante”.